SCIENZA

Misteriosi suoni arrivati dal fondo dell'Oceano sono stati decifrati

L'intelligenza artificiale può aiutare a decifrare meglio i suoni sottomarini grazie a un progetto di ricerca destinato a durare fino al 2025

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Fino a che punto può arrivare l’intelligenza artificiale? Ormai viene coinvolta e “scomodata” in qualsiasi dibattito, come ad esempio quello che riguarda l’ambiente marino. Perché mai la tecnologia dovrebbe avere a che fare con le acque del nostro pianeta? Si tratta di un progetto della durata decennale per la mappatura del rumore sottomarino.

Gli scienziati vogliono sfruttare gli algoritmi per identificare i richiami e i segnali acustici che si possono captare in mare. Volendo essere ancora più precisi, lungo la barriera corallina di Goa, in India, sono stati installati dei microfoni in grado di decifrare quella che è la variegata cacofonia delle correnti vorticose, dei pesci e delle piante. I risultati sono sorprendenti.

Intelligenza artificiale e suoni marini

Le prime scoperte dell’intelligenza artificiale in questo campo sono state pubblicate nella rivista specializzata “The Journal of the Acoustical Society of America”. Lo studio è stato immediatamente accolto come qualcosa di rivoluzionario, con il numero di scienziati che registrano i suoni del mare che è destinato a crescere sempre di più. Il passo in avanti rispetto a quanto avveniva negli anni scorsi è presto detto. In precedenza si poteva inserire un microfono in acqua per circa un anno, poi ne servivano altri tre per ascoltare tutti i nastri.

Le nostre orecchie, inoltre, non sono in grado di notare tutte le differenze tra i vari suoni, mentre l’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto. La ricerca condotta in tal senso è destinata a durare fino al 2025, in modo da raccogliere fino a 4mila serie di registrazioni nell’Atlantico, nel Pacifico e persino al Polo Sud. I microfoni subacquei utilizzati sono meglio noti come idrofoni e non emettono alcun rumore aggiuntivo, rendendo più semplice il monitoraggio acustico passivo. I rumori in questione aiutano poi a misurare l’impatto marino di situazioni particolare come l’estrazione del petrolio o le esplosioni nucleari. Con l’intelligenza artificiale si può fare anche di più.

Il contributo che può dare l’intelligenza artificiale

L’obiettivo principale della ricerca in questo campo è quella di catturare una linea di base acustica delle varie sfumature sonore. In questa maniera i cambiamenti possono essere misurati per venire incontro alle esigenze delle generazioni future. Un altro traguardo da raggiungere è far diventare il suono una variabile essenziale nell’ambito della scienza oceanica. I vantaggi sarebbero incredibili: si potrebbero infatti identificare nuove specie in maniera più rapida, prevedere incombenti disastri legati al clima, sbiancamento della barriera corallina in primis, e molto altro ancora. C’è anche da dire che nel corso di appena un secolo e mezzo l’ambiente sottomarino è cambiato profondamente a livello acustico.

Nel 1860, ad esempio, è cominciata la cosiddetta “industrializzazione dell’oceano”, vale a dire la sua esplorazione a fini commerciali e non solo. In quel periodo, la vastità sonora era poco varia e non assicurava grandi spunti da questo punto di vista. Negli ultimi tre decenni, invece, c’è stata una vera e propria esplosione di suoni sottomarini. Le navi di dimensioni sempre più imponenti, il gas e il petrolio, ma anche le crociere in superficie hanno contribuito a cambiare di parecchio il “paesaggio” sonoro degli oceani. Gli impatti sono tutti da valutare e sarà proprio l’intelligenza artificiale a fornire le prime risposte esaurienti.

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