SCIENZA

Cosa nasconde l'Universo? Il JWST rivela nuove forze misteriose delle supernove

Nuova e misteriosa scoperta potrebbe cambiare tutto quello che gli scienziati sanno sull'Universo: le osservazioni del JWST sulle supernove

Pubblicato:

Fonte: 123RF

Una nuova e misteriosa scoperta potrebbe cambiare tutto quello che sappiamo sulle forze che governano l’Universo.

Grazie al JWST, adesso dovrebbe essere possibile studiare meglio la dinamica e la fisica delle supernove.

Una nuova e misteriosa scoperta sull’Universo

Cosa nasconde l’Universo? Il James Webb Space Telescope (JWST) continua a stupire il mondo scientifico con immagini straordinarie e scoperte affascinanti. Tra i suoi successi più recenti, si annovera la cattura di dettagli inediti dei resti della supernova Cassiopea A, una delle esplosioni stellari più vicine e giovani conosciute. Questo evento, avvenuto circa 350 anni fa, ha rivelato una serie di misteri sulla dinamica e la fisica delle supernove, fornendo nuove prospettive sulle forze che modellano l’Universo.

Le supernove rappresentano la fase finale della vita di alcune stelle, un momento evolutivo tanto spettacolare quanto complesso. Durante la loro vita, le stelle bruciano carburante nucleare per contrastare la forza gravitazionale che tende a farle collassare. Tuttavia, una volta esaurito il combustibile, la gravità prende il sopravvento, portando a un collasso catastrofico che genera un’esplosione. Ciò che rimane è un nucleo densissimo, che può trasformarsi in una stella di neutroni o in un buco nero, mentre il resto del materiale viene scagliato nello spazio a velocità incredibili, creando spettacoli come Cassiopea A.

Le osservazioni effettuate dal JWST hanno rivoluzionato la comprensione di questo fenomeno. Grazie alla sua capacità di catturare la luce infrarossa, il telescopio ha fornito immagini a risoluzione mai vista prima, mostrando dettagli del materiale espulso. Queste immagini completano le precedenti osservazioni del telescopio Hubble, che già aveva impressionato gli scienziati con la scoperta di frammenti di gas in movimento a velocità comprese tra 8.000 e 10.000 chilometri al secondo.

Un dettaglio affascinante emerso dai dati del JWST è la presenza di una struttura denominata “mostro verde“, un nome evocativo per una bolla di gas che il telescopio ha rilevato in modo chiaro. Questa struttura, composta da strati di gas espulsi dalla stella prima dell’esplosione, presenta anelli e filamenti disposti in maniera bizzarra. I ricercatori ipotizzano che tali peculiarità possano fornire indizi su come la stella perdeva massa prima della sua fine violenta.

Inoltre, i “fori” visibili nella bolla suggeriscono che frammenti di materiale esploso stiano perforando lo strato di gas circostante, comportandosi come proiettili di proporzioni cosmiche.

L’origine della potenza delle supernove

Un altro elemento di grande interesse riguarda il “gas incontaminato“, ovvero materiale espulso durante l’esplosione che non ha ancora interagito con il resto dell’ambiente circostante. Questa struttura, simile a una ragnatela, rappresenta una sorta d’impronta digitale della stella prima della sua morte. Studiarla permette di comprendere meglio le condizioni che precedono una supernova e le forze in gioco durante l’evento esplosivo.

Nonostante i progressi, molte domande restano senza risposta. Una delle più grandi riguarda l’origine della potenza delle supernove. Le simulazioni al computer indicano che l’onda d’urto generata dal collasso del nucleo stellare non sarebbe sufficiente a causare un’esplosione così violenta.

Alcuni scienziati sospettano che i neutrini, particelle quasi prive di massa, possano giocare un ruolo chiave. A temperature e densità estreme, una parte della loro energia potrebbe contribuire a riattivare l’onda d’urto, ma ulteriori osservazioni saranno necessarie per verificare questa teoria.

Cassiopea A non è solo un oggetto di studio, ma anche un esempio di come le esplosioni stellari abbiano influenzato la formazione del cosmo. Le supernove producono elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio, componenti fondamentali per la vita e la genesi di nuovi sistemi stellari. Questi materiali, scagliati nello spazio, arricchiscono le galassie, creando le basi per la nascita di pianeti e, in casi rari, delle condizioni adatte alla vita come quella sulla Terra.

Gli scienziati continuano a studiare Cassiopea A con il JWST, ma il loro sguardo è già rivolto ad altri resti di supernove nella nostra galassia, circa 400 identificati finora. L’obiettivo è raccogliere dati su un campione più ampio per comprendere meglio le differenze nei processi esplosivi e nei materiali espulsi. Questi studi svelano i segreti delle stelle e aiutano a capire il nostro posto nell’Universo, fornendo una prospettiva unica sulle origini del cosmo e della vita stessa.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963