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SCIENZA

L'energia oscura cambia nel tempo, ci sono sempre più prove

L'energia oscura non sarebbe costante, bensì dinamica e in "movimento": se confermata, la recente scoperta rivoluzionerebbe quello che sappiamo sull'espansione dell'Universo.

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Energia oscura Fonte foto: 123RF

Per anni gli scienziati hanno creduto che l’energia oscura, la misteriosa forza che accelera l’espansione dell’Universo, fosse una costante immutabile. Tuttavia, recenti osservazioni suggeriscono che potrebbe non essere così. Grazie ai dati raccolti dal Dark Energy Spectroscopic Instrument (DESI), ci sono sempre più indizi a favore di un’energia oscura dinamica, ovvero una forza che potrebbe variare nel tempo.

Cos’è l’energia oscura e perché è importante?

L’energia oscura rappresenta circa il 70% dell’Universo ed è responsabile dell’accelerazione della sua espansione. L’idea che l’Universo si stia espandendo non è nuova: già nel 1929 Edwin Hubble scoprì che le galassie si allontanano l’una dall’altra. Tuttavia, negli anni ’90, grazie alle osservazioni delle supernove di tipo Ia, gli astronomi si resero conto che questa propagazione non stava solo continuando, ma addirittura accelerando.

Per spiegare il fenomeno fu introdotta la teoria della costante cosmologica di Einstein, anche nota come modello Lambda-CDM. Questo modello presuppone che l’energia oscura sia una forza costante, che agisce in modo uniforme su tutto l’Universo. Ma se questa ipotesi fosse errata?

DESI e la ricerca dell’energia oscura dinamica

Lo strumento spettroscopico per l’energia oscura (DESI) è un progetto rivoluzionario che ha il compito di misurare con precisione l’espansione dell’Universo nel corso del tempo. Per farlo, utilizza un metodo basato sulle oscillazioni acustiche barioniche (BAO), strutture cosmiche che si sono formate nei primi istanti di vita dell’Universo stesso.

Analizzando la disposizione delle galassie e dei quasar fino a 11 miliardi di anni fa, DESI ha raccolto dati estremamente dettagliati sulla velocità di espansione dell’Universo. I risultati mostrano che, sebbene il modello Lambda-CDM resti valido, emergono sottili discrepanze che potrebbero indicare che l’energia oscura non è costante, ma in fase di cambiamento.

I nuovi dati: verso una scoperta rivoluzionaria?

I dati raccolti da DESI negli ultimi tre anni comprendono oltre 15 milioni di galassie e quasar. Quando questi elementi vengono combinati con altre misurazioni, come quelle del fondo cosmico a microonde (CMB) e delle supernove, emerge un indizio sorprendente: l’energia oscura potrebbe diminuire nel tempo.

Per confermare una scoperta scientifica, è necessario raggiungere un livello di confidenza statistica di 5 sigma. Attualmente, i risultati di DESI sono tra 2,8 e 4,2 sigma, a seconda delle combinazioni di dati. Siamo quindi vicini a un punto di svolta: se le future analisi confermeranno questi indizi, potremmo trovarci di fronte alla più grande rivoluzione nella cosmologia dai tempi della scoperta dell’energia oscura stessa.

E se l’energia oscura fosse diversa da come la immaginiamo?

Una delle teorie alternative più affascinanti è quella della quintessenza, una forma di energia oscura che cambia nel tempo invece di rimanere costante. Se questa ipotesi fosse corretta, significherebbe che l’Universo potrebbe avere un destino molto diverso da quello previsto dal modello Lambda-CDM. Inoltre, la variazione dell’energia oscura potrebbe fornire indizi su altri fenomeni cosmologici ancora poco compresi, come la materia oscura fredda (Cold Dark Matter, CDM). Gli scienziati sperano che future missioni, come il Telescopio Spaziale Euclid, possano confermare o smentire tali ipotesi nei prossimi anni.

Un passo avanti nella comprensione dell’Universo

Il direttore della ricerca di DESI, Will Percival, ha dichiarato che «questa scoperta potrebbe aprire una gamma enorme di possibilità», costringendo i fisici teorici a sviluppare nuove spiegazioni per l’espansione dell’Universo. Anche Catherine Heymans, Astronomo Reale di Scozia, ha sottolineato che se questi dati venissero confermati, potremmo trovarci di fronte a un nuovo paradigma scientifico. Nei prossimi due anni, DESI continuerà a raccogliere dati e, con un po’ di fortuna, potrebbe finalmente superare la soglia di 5 sigma. Se ci riuscirà, l’energia oscura potrebbe non essere più un mistero, ma il punto di partenza per una nuova comprensione dell’Universo.

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