APP

E' arrivato SearchGPT e Google trema

Il nuovo motore di ricerca basato sull'AI è ancora un prototipo, ma in molti già credono che possa sfidare Google come nessun altro concorrente ha fatto finora

Pubblicato:

Per la prima volta, dopo un quarto di secolo, Google potrebbe essere veramente a rischio: il famoso motore di ricerca basato su ChatGPT, di cui a lungo si è parlato nei mesi scorsi, adesso trova conferma: OpenAI ha lanciato ufficialmente SearchGPT.

SearchGPT è un motore di ricerca a tutti gli effetti, al quale l’utente può fare domande per avere risposte, esattamente come fa con Google da anni. Le risposte, però, sono elaborate dalla stessa intelligenza artificiale generativa che sta dietro ChatGPT, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti.

Come funziona SearchGPT

SearchGPT funziona in modo diverso da Google: si parte sempre da una domanda, alla quale viene data una risposta, e non da poche parole chiave.

Il risultato della ricerca non è più un elenco di siti o di informazioni grezze, tra le quali l’utente può scegliere su cosa cliccare per continuare la sua ricerca.

Con SearchGPT il risultato di ogni ricerca è una sorta di “semilavorato“, un “predigeritodall’intelligenza artificiale che ha già letto le informazioni e le ha sintetizzate per generare una risposta estesa, che può essere ulteriormente approfondita facendo al motore altre domande.

Resta, comunque, la possibilità di ottenere risposte secche a domande dirette, come le date di alcuni eventi, l’età di alcuni personaggi famosi, le dimensioni di un monumento, la distanza tra due punti e così via.

Ma non è questo il “plus” di SearchGPT che, invece, mira ad inserirsi in un flusso di lavoro che parte da una ricerca sul Web ma va molto oltre. Anche per questo, in futuro, verranno inseriti dei risultati visuali, cioè immagini e video generato dall’AI in base alle informazioni trovate a partire dalla domanda dell’utente.

In estrema sintesi, quindi, SearchGPT è uno strato di AI sopra una ricerca Web e fa ciò che facciamo noi comuni utenti ogni giorno: raccogliere informazioni, selezionarle, sintetizzarle e usarle poi per rispondere in modo sintetico ed efficace alla domanda iniziale.

Le fonti di SearchGPT

Uno dei problemi più gravi delle AI generative attuali sono le cosiddette “allucinazioni“, cioè la tendenza a creare risposte totalmente false, e spesso nemmeno credibili, perché basate su fonti di scarsa qualità.

La soluzione è tutta nella selezione delle fonti, che però non hanno la minima intenzione di regalare i propri contenuti. In particolare non vogliono farlo i grandi giornali online internazionali, che infatti hanno costretto OpenAI all’accordo.

Così SearchGPT potrà scansionare il Web in tempo reale, per avere informazioni aggiornate, e potrà anche attingere agli archivi dei giornali del gruppo americano News Corp (Dow Jones, HarperCollins, New York Post, The Sun, The Times, The Wall Street Journal), The Atlantic, Associated Press, Vox Media e molti altri.

Inoltre, per ottenere il placet degli editori, SearchGPT mostrerà dei link diretti alle fonti da cui trae le informazioni e, soprattutto, non userà quelle pagine Web per addestrare ulteriormente il chatbot.

SearchGPT batterà Google?

SearchGPT, al momento, è un prototipo e non è disponibile per tutti gli utenti. C’è la possibilità di iscriversi ad una lista d’attesa per provarlo, ma non c’è ancora una data ufficiale di lancio al grande pubblico.

Tuttavia, l’interesse generale per questa novità nel settore dei motori di ricerca è già altissimo, perché OpenAI potrebbe essere la prima a fare una vera concorrenza a Google.

Questo perché, a differenza di Microsoft Bing e degli altri motori di ricerca, non si limita a fare le stesse cose che fa Google: fa quello che fa l’utente dopo essere andato su Google.

Prevedere, oggi, se Google verrà sconfitto da OpenAI è impossibile perché ci sono due grossi ostacoli da superare per SearchGPT: il primo è quello degli errori e delle allucinazioni, sempre possibili per l’AI generativa (ma anche Google Search spesso propone risposte inadeguate), il secondo sono i debiti di OpenAI.

Secondo una recente analisi tecnica di The Information, infatti, OpenAI potrebbe chiudere il 2024 con un buco da 5 miliardi di dollari, a causa degli altissimi costi operativi.

Costi che verranno certamente aggravati dal nuovo servizio SearchGPT, e che potrebbero richiedere a OpenAI un ulteriore round di finanziamenti miliardari.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963