Quando la Terra diventerà "invivibile": adesso abbiamo una data
Alcune zone saranno troppo calde, gli ecosistemi moriranno e le aree coltivabili si sposteranno ai poli: abbiamo una data in cui la Terra diventerà "invivibile" per l'uomo
È ancora in corso a Glasgow la COP26, riunione di capi di Stato e di Governo per decidere politiche e indirizzi per uscire dalla crisi climatica. Intanto, gli scienziati continuano a lanciare campanelli d’allarme. Uno degli ultimi fissa una data in cui il pianeta Terra non sarà più abitabile per l’essere umano a causa dell’aumento delle emissioni, del riscaldamento globale e dell’innalzamento del livello degli oceani.
Quando la terra diventerà invivibile
Gli obiettivi dei politici, dicono gli scienziati, devono guardare ben oltre il 2100, l’attuale linea dell’orizzonte. Infatti se continuiamo con il livello di emissioni corrente, il riscaldamento globale renderà l’Amazzonia sterile, il Midwest americano tropicale e l’India troppo calda per viverci entro il 2500. E a questo seguiranno altri effetti disastrosi per il clima, che renderebbero la terra un pianeta inospitale per l’essere umano.
Scienziati canadesi e inglesi hanno infatti pubblicato uno studio su Global Change Biolog, con alcuni modelli matematici e proiezioni per il futuro basate sulla quantità di gas serra nell’atmosfera. Questo studio prevede tre casi: uno in cui la mitigazione dei gas serra sia moderata, uno in cui sia media, e uno in cui sia elevata.
Gli scenari previsti dagli scienziati
In caso la riduzione delle emissioni fosse moderata o nella media, e quindi non rispettosa dell’Accordo di Parigi del 2015, la vegetazione e migliori aree coltivabili si ridurrebbero e si sposterebbero i poli. Luoghi con ecosistemi variegati e vitali, come il bacino amazzonico, diventerebbero sterili.
Gli scienziati hanno anche scoperto che alcune zone tropicali altamente popolate potrebbero diventare talmente calde da essere mortali per gli esseri umani. Anche negli scenari in cui la mitigazione delle emissioni è elevata, il livello del mare continuerebbe a salire a causa dello scioglimento dei ghiacci e del riscaldamento degli oceani, causando la fine di molte città costiere.
Secondo gli scienziati, usare il 2100 come orizzonte d’azione è troppo limitante: “Dobbiamo pensare ai nostri figli e ai nostri nipoti” dice Christopher Lyon, ricercatore alla McGill University. “Chi nasce ora nel 2100 avrà solo 70 anni. L’Accordo di Parigi, l’impegno delle Nazioni Unite e il Panel intergovernativo sui Cambiamenti Climatici devono tutti rivedere i propri obiettivi e spingere per politiche più aggressive”.