SCIENZA

Scoperte strane impronte, ossa bruciate e armi: patrimonio inestimabile e misterioso

Gli scienziati hanno trovato diverse impronte umane "fantasma" risalenti all'ultima era glaciale, insieme a ossa bruciate e armi antichissime.

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Fonte: U.S. Air Force photo by R. Nial Bradshaw

Durante alcune ricerche di tipo archeologico nello Utah, gli scienziati hanno scoperto qualcosa di incredibile. Tutto ha avuto inizio con il ritrovamento di un antichissimo focolare, attorno al quale sono emersi reperti di grande valore storico. Continuando ad indagare più a fondo, i ricercatori hanno rinvenuto delle misteriose impronte umane “fantasma”.

Utah, la prima scoperta importante

Nel 2016, un team di ricerca all’opera presso lo Utah Test and Training Range dell’esercito americano (che si trova nella parte settentrionale del Great Salt Lake Desert) ha individuato due antichi focolari che, stando alle prime datazioni, dovrebbero risalire alla fine dell’ultima era glaciale. Il luogo, oggi chiamato Wishbone Site, sarebbe solo una piccola parte di quella enorme zona umida che gli scienziati ritengono essere il letto di un vecchio fiume.

Attorno ad uno dei focolari sono state rinvenute preziosissime testimonianze dell’attività umana preistorica, come ossa di uccelli bruciati, carbone e piccole armi in pietra. Inoltre proprio qui i ricercatori hanno trovato le prove del primo uso umano di tabacco mai conosciuto al mondo. Prendendo il via da questa incredibile scoperta, negli anni seguenti le indagini archeologiche sono proseguite su tutto il territorio. E ad appena mezzo miglio di distanza dal Wishbone Site, ora gli scienziati hanno trovato qualcosa di altrettanto stupefacente.

Impronte umane di 12mila anni fa: il ritrovamento

Il ricercatore Thomas Urban della Cornell University e il dottor Daron Duke del Far Western Anthropological Research Group hanno dato il via ad uno studio pilota che fa utilizzo di innovative tecniche archeologiche non invasive, esplorando a fondo l’area del grande deserto salato dello Utah. Nel corso dell’indagine, sono emerse delle impronte “fantasma”: comparse improvvisamente su un tratto di terreno umido, altrettanto improvvisamente scompaiono nel nulla a pochi passi di distanza.

Per Urban, la scoperta aveva il sapore di déjà-vu: in precedenza il ricercatore aveva lavorato presso il White Sands National Park nel New Mexico, dove sono state trovate le prime impronte umane conosciute in America. Analizzando il terreno con tecniche radar, gli esperti hanno individuato molte altre orme invisibili ad occhio nudo. In totale, sono state rinvenute ben 88 impronte umane che risalgono a 12mila anni fa, ovvero verso la fine del Pleistocene.

Le tracce sono state lasciate da persone che hanno camminato in acque poco profonde, con la sabbia che le ha rapidamente coperte subito dopo il loro passaggio (proprio come accade in spiaggia, sul bagnasciuga). Ma sotto la sabbia era presente uno strato di fango che ha mantenuto intatte le impronte anche dopo il loro riempimento. Ed è così che sono giunte sino a noi, rivelandoci qualcosa di molto importante.

Cosa ci rivelano le impronte di 12mila anni fa

Secondo i primi studi, le orme apparterrebbero ad alcuni uomini adulti a piedi nudi accompagnati da bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni. La scoperta aiuta a far luce su quello che è il passato dell’umanità, portando a galla le abitudini dei nostri antenati preistorici. In particolare, queste impronte forniscono una nuova visione sulla vita quotidiana di un gruppo familiare di migliaia di anni fa.

“Abbiamo raccolto il materiale di riempimento delle impronte per vedere se riusciamo a trovare sostanze organiche da datare al radiocarbonio” – ha affermato Duke – “Vogliamo dettagliare ulteriormente le orme, per capire chi comprendeva il gruppo e come quest’ultimo stava usando l’area. Stiamo anche parlando con le tribù di nativi americani per avere il loro punto di vista sulla scoperta”. Insomma, le indagini non si fermano, e chissà quante altre sorprese si celano sotto l’immensa distesa desertica.

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