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L'impronta più antica al mondo ha rivelato una storia sorprendente sui Neanderthal

Scoperta l'impronta di un Neanderthal più antica in assoluto: dalle analisi emerge una nuova verità sul tipo di cultura di questi ominidi

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Nel riparo roccioso di San Lázaro, nel cuore della Spagna, gli archeologi hanno scoperto un piccolo ciottolo ocra che, a prima vista, sembrava solo una pietra come tante. In realtà, ha svelato una scoperta sensazionale: contiene l’impronta digitale più antica mai attribuita a un Neanderthal in Europa. Ma quello che rende il ritrovamento davvero straordinario è ciò che ci racconta sulla mente dei Neanderthal. Quel segno nascosto nel tempo non rappresenta soltanto una prova fisica di contatto umano: è il segnale di un pensiero simbolico. La capacità simbolica – cioè l’abilità di attribuire significati a oggetti, gesti o segni che vanno oltre la loro utilità pratica – è stata per lungo tempo considerata esclusiva dell’Homo sapiens. Ora, questo frammento antico ci costringe a riscrivere parte della storia dell’evoluzione culturale umana.

L’impronta più antica al mondo nascondeva un segnale: la scoperta

Gli studiosi hanno attribuito l’impronta digitale più antica a un Neanderthal adulto. Il ciottolo, datato ad almeno 42.000 anni fa, era stato deliberatamente trasportato e marcato con un punto di ocra rossa, un pigmento spesso usato per scopi simbolici o rituali. Proprio in quel punto, grazie all’uso di avanzate tecniche di analisi multispettrale, è emersa una traccia digitale invisibile a occhio nudo, rimasta impressa per decine di millenni.

Il contesto archeologico rafforza l’importanza del ritrovamento: il livello in cui il ciottolo è stato trovato è associato esclusivamente alla presenza di Neanderthal, privo di contatti con Homo sapiens. Questo esclude contaminazioni culturali e sottolinea l’autenticità del gesto simbolico.

Il fatto che la pietra sia stata selezionata, trasportata, decorata e posizionata con il punto verso l’alto, suggerisce un’intenzionalità precisa. Alcuni ricercatori ipotizzano persino che il disegno complessivo possa richiamare una faccia stilizzata, un raro esempio di pareidolia preistorica.

Una nuova immagine dei Neanderthal

Per molto tempo i Neanderthal sono stati considerati rozzi e cognitivamente inferiori. Oggi, grazie a scoperte come quella di San Lázaro, questa visione è in netto cambiamento. Sempre più reperti mostrano che i Neanderthal non solo erano capaci di pensiero astratto, ma anche di creare arte simbolica.

Il ciottolo ocra si aggiunge a una crescente lista di oggetti attribuiti alla creatività Neanderthal: conchiglie decorate, ossa incise, artigli d’aquila trasformati in ornamenti. Non sono semplici strumenti: sono testimonianze culturali.

Arte portatile e messaggi nel tempo

Il concetto di arte portatile preistorica si riferisce a oggetti intenzionalmente modificati per esprimere un significato simbolico, non funzionale. Il ciottolo di San Lázaro rientra perfettamente in questa definizione. Non serviva per cacciare o costruire: serviva per comunicare qualcosa.

Secondo gli studiosi, creare un oggetto del genere richiede almeno tre facoltà cognitive: immaginazione, intenzione comunicativa e pensiero astratto. In altre parole, elementi fondamentali del pensiero simbolico – che oggi possiamo riconoscere anche nei Neanderthal.

Un’impronta che cambia il nostro passato

L’impronta più antica al mondo non è solo traccia impressa: è la prova concreta dell’esistenza di una mente capace di simboli, di emozioni e forse anche di memoria. È un messaggio lasciato nel tempo da chi, fino a poco fa, ritenevamo incapace di comunicarlo.

Questa scoperta apre nuove strade per la ricerca archeologica e dimostra quanto possa essere potente l’uso di tecnologie avanzate, come l’analisi multispettrale, nello studio dei reperti antichi.

Grazie a un semplice ciottolo decorato, oggi sappiamo che i Neanderthal non erano così diversi da noi. Avevano emozioni, visioni del mondo e forse anche storie da raccontare.