C'è un cuore che batte lontano dalla Terra, perso nei meandri dell'Universo
Sembra che ci sia un cuore che batte lontano dalla Terra: non si sa ancora di cosa si tratti esattamente, ma la sua presenza sta ossessionando gli scienziati
Qualcosa ci parla a distanza di anni luce, qualcosa fa sentire la sua presenza. O, almeno, questo è quello che sostengono gli astronomi del MIT, i quali hanno individuato una sorta di cuore che batte lontano dalla Terra: un segnale radio regolare e persistente, perso nei meandri dell’Universo.
La presenza di questo battito cardiaco, così ben cadenzato e perfettamente ascoltabile, indicherebbe che ci sono molte, moltissime cose che non sappiamo ancora sulle altre Galassie. Stando agli astronomi e agli astrofisici, si tratta di qualcosa che solleva una serie di quesiti importanti sui corpi celesti, sul loro ciclo vitale e sull’evoluzione del nostro Universo.
Il segnale regolare del cuore che batte lontano dalla Terra
Ma cos’è successo, precisamente? Per individuare nuove stelle lontane gli scienziati del MIT sono stati (e sono) attivamente impegnati nell’osservazione e nell’ascolto delle galassie e dei vari ammassi che affollano i nostri cieli.
Proprio durante una di queste sessioni di osservazione e ascolto si sono imbattuti in un FRB, ovvero un lampo radio veloce. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune nel nostro Universo: l’energia presente a ridosso di diversi corpi celesti, in sostanza, “pulsa” e si fa sentire, per poi scomparire.
Tuttavia, questo specifico FRB ha una particolarità che, finora, non era stata riscontrata nel nostro Universo: non è transitorio, non è effimero. Al contrario, è il lampo radio veloce più regolare e persistente mai ascoltato, con onde radio che si ripetono ogni 0,2 secondi in uno schema periodico chiaro e reiterato, simile a un cuore che batte.
Da dove proviene il battito cardiaco?
Se già la scoperta di questo segnale è misteriosa e sorprendente, la domanda che sta ossessionando gli scienziati è: da dove proviene? Stando alle prime ipotesi e supposizioni, la fonte di questo battito cardiaco si troverebbe in una galassia lontana, la cui distanza, in maniera approssimativa, sarebbe stimabile intorno a migliaia di anni luce dalla Terra.
La distanza, insieme al suono che, pur essendo chiaro, rimane in qualche modo ovattato, rende piuttosto difficile capire quale possa essere esattamente la sorgente. Nello studio pubblicato su Science Daily, gli scienziati hanno dichiarato che difficilmente si riscontrano segnali così rigorosamente schematici e che non è facile giungere a delle conclusioni su due piedi: è fondamentale, dunque, proseguire con l’ascolto e con lo studio.
L’ipotesi sul cuore che batte lontano dalla Terra
Se, però, non è possibile giungere a delle conclusioni effettive, non mancano le ipotesi. Lo scienziato Daniele Michilli, che lavora proprio al Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del MIT, ha dichiarato che a spiegare questo battito cardiaco potrebbero essere due tipi di stelle di neutroni, nuclei giganti collassati, estremamente densi, che ruotano rapidamente.
«Esempi che conosciamo nella nostra Galassia – ha dichiarato Michilli – sono le stelle pulsar e magnetar, che ruotano e producono un’emissione di onde e raggi in maniera molto simile a un faro. Probabilmente, dunque, questo battito cardiaco potrebbe essere una magnetar o una pulsar».
L’intero team del MIT, in ogni caso, spera di tenere sotto controllo i segnali provenienti da questa fonte per comprendere meglio l’intero Universo: la frequenza delle onde e il modo in cui cambiano quando la sorgente si allontana dalla Terra, infatti, potrebbero essere utilizzate per misurare la velocità con cui il nostro Universo si sta espandendo.