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Segnali radio dallo Spazio più profondo: ecco come la NASA li ha interpretati

I segnali radio dallo Spazio profondo sono cruciali per numerose applicazioni, dalla comunicazione alla ricerca scientifica: ecco come li usa la NASA

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Lo Spazio spesso viene immaginato avvolto in una quiete senza tempo, con vasti vuoti cosmici e stelle lontane: in realtà, è tutt’altro che silenzioso. Le onde radio, provenienti dalle profondità dell’Universo, viaggiano per milioni di anni luce, portando con sé informazioni cruciali per gli scienziati. La NASA, da sempre all’avanguardia nelle comunicazioni spaziali, sfrutta questi segnali per esplorare la galassia, monitorare il clima terrestre e mantenere il contatto con le missioni spaziali. Come vengono interpretati tali segnali? In che modo la NASA riesce a raccogliere e decifrare le informazioni trasmesse dallo Spazio profondo? Ecco come le comunicazioni radio spaziali diventano la chiave per scoprire i segreti nascosti nell’Universo.

Il ruolo delle onde radio nelle missioni spaziali

Le comunicazioni spaziali sono cruciali per il successo delle missioni della NASA, che necessitano di continui scambi di dati tra le navette e la Terra. La NASA dipende dalle onde radio per trasmettere informazioni vitali, come telemetria e comandi, attraverso lo Spazio. Questi segnali vengono inviati attraverso uno spettro di frequenze radio molto ampio, che include bande da 300 MHz fino a 40 GHz, secondo la missione e il tipo di dati richiesti. Ogni veicolo spaziale, che sia un satellite o una navetta, possiede un proprio sistema di comunicazione radiofrequenza (RF) che gli permette di interagire con le stazioni a terra.

A questi segnali si aggiungono quelli che provengono dal cosmo stesso, di solito sotto forma di radiazioni elettromagnetiche captate da antenne specializzate. Tutti questi segnali spaziali sono il “messaggio” che l’Universo ci invia, e la NASA ha sviluppato tecniche sofisticate per interpretare tali dati, cercando di comprendere meglio i fenomeni che avvengono lontano dalla Terra.

Dalla radiofrequenza all’ottica: come funzionano i sistemi di comunicazione spaziali

La NASA utilizza principalmente due tipi di sistemi di comunicazione per raccogliere segnali dal cosmo: i tradizionali sistemi basati sulla radiofrequenza (RF) e i più recenti sistemi ottici (FSO). Le comunicazioni RF sono la tecnologia consolidata, che opera grazie a onde elettromagnetiche trasmesse e ricevute attraverso le antenne. Questi segnali sono modulati con informazioni digitali, come dati scientifici o comandi, e vengono inviati attraverso lo Spazio o l’atmosfera fino alla stazione di ricezione.

D’altra parte, i sistemi ottici nello Spazio libero, anche noti come comunicazioni laser (lasercom), offrono vantaggi notevoli, come una maggiore velocità di trasmissione grazie all’uso di frequenze ottiche. Seppur ancora in fase di sviluppo, le comunicazioni FSO sono considerate una delle frontiere più promettenti per migliorare la velocità e la capacità di trasferimento dei dati dallo spazio verso la Terra.

Interpretare i segnali radio dallo Spazio profondo

Oltre a raccogliere e trasmettere dati relativi alle missioni spaziali, la NASA si occupa anche di interpretare segnali radio provenienti dallo Spazio profondo. Alcuni di questi segnali sono naturali, come le radiazioni emesse da stelle, galassie e buchi neri, mentre altri potrebbero provenire da oggetti artificiali, come satelliti di altre civiltà (se esistono). L’analisi dei segnali è fondamentale per comprendere fenomeni astronomici complessi e anche per monitorare la salute del pianeta.

Le frequenze più basse, come quelle nella banda S, sono usate per comunicazioni a bassa velocità ma sono molto affollate, mentre le frequenze più alte, come quelle nella banda Ka, permettono velocità elevate ma sono soggette a maggiore attenuazione atmosferica. I segnali che provengono dallo Spazio profondo vengono captati da antenne di grandi dimensioni, come quelle del radiotelescopio di Arecibo, che analizzano le onde radio in arrivo per identificare pattern e segnali utili.

Perché le comunicazioni radio sono vitali per la NASA

Le comunicazioni radio sono essenziali non solo per mantenere i contatti tra la NASA e le missioni spaziali, ma anche per raccogliere informazioni vitali su ciò che accade nell’Universo. Ogni volta che un veicolo spaziale invia un segnale radio, che sia una semplice telemetria o una scoperta scientifica, gli scienziati possono decifrare e analizzare quei dati per ottenere nuove informazioni.

Grazie alle onde radio, la NASA è in grado anche di monitorare le condizioni climatiche terrestri, tracciare asteroidi o comete, e perfino scoprire nuovi fenomeni celesti, contribuendo così a migliorare la comprensione dell’Universo.

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