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IBM, ricerca epocale: in un atomo un bit di informazioni

I ricercatori dell'azienda americana sono stati in grado di restringere da 100.000 a 1 gli atomi necessari per memorizzare un bit di dati

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IBM, ricerca epocale: in un atomo un bit di informazioni Fonte foto: Shutterstock

I nuovi sistemi di archiviazione si fanno sempre più piccoli e capienti. Rispetto ad alcuni anni fa, una comune chiavetta USB è in grado di contenere in poco spazio migliaia di file. Un gruppo di ricercatori è riuscito a fare qualcosa in più: immagazzinare un bit di dati in un atomo.

Il sorprendente esperimento è stato condotto in California dal Laboratorio Almadem di IBM e apre nuovi a scenari: la nuova tecnologia in futuro potrebbe consentire di realizzare dispositivi di archiviazione con capacità di memorizzazione superiore rispetto ai moderni hard disk. E sempre meno ingombranti. Tutto ruota attorno agli atomi. Un normale HDD utilizza all’incirca 100.000 atomi per registrare un bit di informazioni, la ricerca ha dimostrato come è possibile restringere il numero di atomi richiesti a 1. Questo significa che nello stesso spazio occupato oggi dalle attuali unità di storage si avrà una densità di memorizzazione 1000 volte maggiore.

La libreria di iTunes in una carta di credito

Per fare un esempio concreto, i ricercatori sostengono che la nuova invenzione permetterà di immagazzinare l’intera libreria di iTunes, composta da 35 milioni di canzoni, in un dispositivo di memorizzazione non più grande di una carta di credito. Tra qualche anno, grazie all’esperimento del gruppo di ricerca di IBM, potremo avere computer, smartphone e altri dispositivi con dimensioni sempre più piccole. Anche se non nel breve periodo, in quanto per adesso non ci sono indicazioni se la nuova scoperta sarà mai commercializzata.

Gli hard disk del futuro

Quello che è certo è che i test di Big Blue rappresentano un ulteriore passo verso sistemi di memorizzazione diversi e più efficienti. Alcuni giorni fa, infatti, un altro gruppo di ricercatori è stato in grado di archiviare un film francese di fine 800, una Gift Card di Amazon e altre informazioni in dei filamenti di DNA. La ricerca di IBM ha però dell’incredibile: in un solo singolo atomo i ricercatori sono riusciti a memorizzare un bit di informazioni, dati che normalmente richiedono 100.000 particelle di materia.

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