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Hard disk? No, in futuro memorizzeremo i dati nel DNA

Alcuni ricercatori hanno tradotto il codice binario delle informazioni digitali nelle lettere A, C, G e T che compongono il DNA

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Hard disk? No, in futuro memorizzeremo i dati nel DNA Fonte foto: Shutterstock

Non è certo una novità che il DNA sia in grado di contenere informazioni riguardo la storia genetica di ogni essere vivente. Immaginate se nell’acido deossiribonucleico si potessero memorizzare altri dati: un film, un video, un’immagine. Fantasia? Assolutamente no.

I ricercatori della Columbia University e del New York Genoma Center sono riusciti, infatti, a svolgere delle operazioni informatiche usando il DNA al posto dell’hard disk. Gli scienziati, secondo quanto si apprende, sono stati capaci di scrivere un film francese del 1895, una Gift Card di Amazon e molti altri dati. Quello che sorprende è anche il fatto che i file presenti sui diversi filamenti di DNA sono stati recuperati senza nessun errore. La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Science, apre a nuove frontiere, ancora poco esplorate. L’acido, rispetto a un normale dispositivo di storage, ha numerosi vantaggi: ha una capacità di archiviazione maggiore ed è più resistente.

Il codice genetico come il codice binario

The Atlantic afferma che un normale hard disk da un terabyte pesa all’incirca 150 grammi. Un grammo di DNA potrebbe contenere, rispetto all’unità drive tradizionale, fino a 215 mila dati in più. E poi, come sappiamo, è praticamente indistruttibile. Basta un piccolo frammento per conoscere vita, opere e miracoli di un essere vissuto miliardi di anni fa. Senza avventurarci in spiegazioni scientifiche complicate, i ricercatori hanno tradotto il codice binario delle informazioni digitali nel codice genetico, A, C, G e T, che compone il DNA. Per recuperare i dati è, poi, sufficiente decodificare le informazioni da genetiche a binarie.

Altri esperimenti

In realtà non è la prima volta che viene eseguito un esperimento del genere. In Gran Bretagna nel 2013 l’Istituto Europeo di Bioinformatica era stato capace di memorizzare alcuni sonetti di Shakespeare e altri dati sul genoma umano. Queste nuove scoperte hanno suscitato l’interesse anche di qualche big dell’hi-tech. Microsoft, ad esempio, a luglio 2016 ha annunciato, insieme agli scienziati dell’Università di Washington, di aver memorizzato 200 megabyte di dati su dei filamenti di DNA.

Possibili applicazioni

Quali potrebbero essere le applicazioni di queste scoperte? Essendo piccolo, con grandi capacità di memorizzazione e incancellabile, il DNA potrà essere usato per salvare grossi quantitativi di dati per moltissimi anni. Praticamente per sempre.

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