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Quali sono e a cosa servono i sensori dello smartphone

Sensore di prossimità e di luminosità, Giroscopio e Accelerometro: sono alcuni dei sensori principali integrati sugli smartphone. Ecco quali funzioni svolgono

sensori smartphone Fonte foto: sibfox / Shutterstock

Lo smartphone è utilizzato per svolgere diverse attività, oltre alle semplici telefonante, ai messaggi e alla navigazione Internet. Buona parte delle funzionalità di questo dispositivo è legata alla presenza di alcuni sensori in grado di rilevare dati essenziali per sfruttare appieno le potenzialità dello smartphone.

Dal sensore di impronte digitali al giroscopio e fino ad arrivare al sensore di prossimità: ogni smartphone integra tantissimi sensori, in costante attività per ricevere e elaborare dati preziosi per il funzionamento del dispositivo.

Vediamo, quindi, quali sono e a cosa servono i sensori integrati nello smartphone:

Accelerometro

Avete presente quando, una volta ruotato lo smartphone, l’immagine si adatta alla posizione dello schermo? Bene, il merito è dell’accelerometro. Si tratta di un sensore, negli anni è diventato sempre più preciso, che serve per misurare appunto l’accelerazione del device. Funziona soprattutto in tandem con lo giroscopio.

Giroscopio

Insieme all’accelerometro è uno dei sensori principali degli smartphone ed è utilizzato dai dispositivi mobili per individuare ogni movimento. Facciamo un esempio e prendiamo in considerazione un videogame. Grazie allo giroscopio è sufficiente inclinare lo smartphone per cambiare prospettiva o muovere un oggetto all’interno del gioco.

Magnetometro

Questo è un altro sensore molto importante poiché misura l’intensità e la direzione di un campo magnetico. In pratica, se potete scaricare e usare applicazioni di bussola è perché sul dispositivo mobile è presente proprio il magnetometro.

Sensore di prossimità

Per farvi capire la funzionalità del sensore di prossimità è sufficiente pensare a quando il display dello smartphone, durante una chiamata, si spegne. Come è possibile? Il sensore utilizza un meccanismo (le onde riflesse) che permette al dispositivo di disattivare lo schermo se un oggetto, come ad esempio il volto o l’orecchio, si avvicina troppo.

Il sensore di prossimità è molto utile in quanto impedisce allo smartphone di eseguire funzioni non volute dall’utente. Alcuni smartphone sostituiscono questo sensore con un sensore di prossimità virtuale. Si tratta di un sistema software che sfrutta altri componenti hardware (e i relativi dati raccolti) per simulare la presenza di un sensore fisico di prossimità.

Il funzionamento del sensore virtuale non sempre riesce ad eguagliare quello fisico: il risultato è uno schermo che si attiva e disattiva quando non dovrebbe. Il sensore virtuale è, in genere, diffuso su smartphone economici mentre i modelli di fascia alta includono, nella maggior parte dei casi, un sensore fisico.

Sensore di luminosità

Questo sensore è utilizzato dallo smartphone per adattare in maniera automatica la luminosità del display alla luce ambientale e ottimizzare in questo modo la visualizzazione dello schermo. In altre parole, in presenza di troppa luce, il sensore provvede ad aumentare la luminosità, mentre al contrario, se l’ambiente circostante è buio, il sensore diminuisce il chiarore dello schermo.

Termometro

La maggior parte delle componenti hardware dello smartphone produce calore, soprattutto il processore. In determinate situazioni – temperature esterne elevate, utilizzo eccessivo – il calore può raggiungere livelli pericolosi per il telefonino.

È necessario, dunque, monitorare costantemente la temperatura per evitare che il dispositivo si surriscaldi e si danneggi. Il termometro è un sensore che serve proprio per misurare i gradi raggiunti dal dispositivo.

GPS

Il GPS è quel sensore, come sicuramente saprete, che permette di utilizzare le applicazioni di navigazione, come ad esempio Google Maps. E non solo. Il GPS è impiegato anche da altre app a cui serve “geolocalizzare” gli utenti. Negli ultimi anni il sensore è diventato molto preciso, tanto da rilevare la posizione quasi esatta dello smartphone. Quando il GPS non funziona, quindi, rilevare la posizione precisa del dispositivo diventa molto più complicato.

Lettore impronte digitali

Il lettore di impronte digitali è un sensore fondamentale per lo sblocco e l’autenticazione sicura con il proprio smartphone. Si tratta di un sensore che può “leggere” e riconoscere (previa registrazione) l’impronta dell’utente, accertandone l’identità e, quindi, sbloccando il telefono o utilizzando questo riconoscimento per completare l’autenticazione

La maggior parte degli smartphone oggi integra un sensore di impronte digitali sotto al display (di tipo a ultrasuoni o ottico). Alcuni modelli più economici, invece, hanno un sensore di impronte integrato nel tasto fisico laterale. Fino a qualche anno fa, inoltre, erano molto diffusi gli smartphone con sensore di impronte posteriore e con sensore di impronte frontale.

Gli iPhone con notch o Dynamic Island (così come alcuni modelli di smartphone Android) non hanno il lettore di impronte digitali. Per il riconoscimento e l’autenticazione, in questo caso, viene utilizzato il riconoscimento del volto.

Il sistema 3D, come il Face ID di Apple, è molto sicuro mentre il sistema 2D (supportato anche da smartphone di fascia bassa) può essere ingannato anche da una fotografia dell’utente. Sia il lettore di impronte digitali che il riconoscimento facciale 3D sono sistemi molto sicuri per l’autenticazione e lo sblocco dello smartphone.

Grazie allo sblocco tramite riconoscimento “biometrico” è possibile accedere allo smartphone anche quando si dimentica la password di sblocco (ma dopo l’accensione sarà sempre richiesto lo sblocco tramite codice).

NFC

NFC (Near Field Communication) è una particolare tecnologia in grado di mettere in comunicazione due dispositivi vicini senza un collegamento via cavo. Il sistema utilizza un sensore dedicato che deve essere integrato in entrambi i dispositivi. La maggior parte degli smartphone oggi ha un sensore NFC per poter utilizzare questa tecnologia.

Il chip in questione ha vari scopi. L’utilizzo più diffuso è la convalida dei pagamenti con smartphone, tramite app come Google Wallet e Apple Pay. Basta avvicinare il dispositivo al POS per pagare anche senza avere la carta. Questo sensore, in ogni caso, può essere utilizzato in vari contesti, in tutte quelle occasioni in cui è necessario uno scambio di informazioni tra due dispositivi.