STREAMING E SERIE TV

Più soldi agli attori e meno AI: lo streaming è salvo

Con l'accordo tra attori e produttori di Hollywood i film e le serie TV costeranno di più: previsti rincari degli abbonamenti allo streaming per compensare

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Dopo 118 giorni lo sciopero degli artisti di cinema, radio e TV americani aderenti al sindacato Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) è ufficialmente finito: l’accordo tra i lavoratori e i datori di lavoro (cioè i grandi studios americani) è stato raggiunto, si torna dunque tutti a lavorare.

Da quest’estate Hollywood era praticamente ferma, con danni per mancata produzione di film e serie TV stimati in oltre 6 miliardi di dollari. Parte di questa produzione verrà recuperata, ma probabilmente non tutta perché, con i nuovi cachet degli attori, molti conti salteranno e le produzioni andranno riviste.

Cosa prevede l’accordo

In poche e semplici parole, si può dire che l’accordo tra il SAG-AFTRA e gli studios prevede soprattutto due cose: più soldi agli attori e più tutele sull’uso indiscriminato dell’intelligenza artificiale generativa all’interno delle produzioni.

La questione economica è chiara e non c’è molto da spiegare: si prevede un contratto triennale del calore di oltre un miliardo di dollari, quindi circa 330 milioni l’anno per far marciare l’esercito di attori e artisti vari di Hollywood.

La questione AI è, invece, molto più delicata. L’intelligenza artificiale, infatti, può entrare nelle produzioni cinematografiche, televisive e radiofoniche in vari modi, togliendo il lavoro a varie figure. O peggio ancora, mettendo queste figure nei guai.

Il problema AI

L’AI, innanzitutto, può scrivere testi e musiche, rendendo più economica la produzione di serie TV a basso costo. Ma può anche creare fedeli riproduzioni del volto e della voce degli attori, usando la stessa tecnologia già oggi disponibile per i deepfake.

Per fare un esempio pratico: un attore termina le riprese di una serie TV o di un film dai temi molto delicati, magari anche con importanti ripercussioni politiche. Prima di accettare il ruolo ha letto bene il copione, si è consultato con il suo manager, ha ascoltato i suoi avvocati.

A fine riprese, però, la produzione sceglie di cambiare alcune scene particolarmente problematiche, dal punto di vista dell’opinione pubblica, ma non è detto che l’attore sia d’accordo nel girare la nuova scena. Non è detto, cioè, che ci voglia “mettere la faccia” perché la scena modificata potrebbe attirare molte polemiche anche su di lui.

A questo punto entra in gioco l’AI: la produzione potrebbe decidere di fare a meno dell’attore e creare a tavolino (cioè al computer) solo quelle scene che il professionista si è rifiutato di girare.

Per questo motivo gli attori hanno chiesto, e ottenuto, un impegno ad evitare comportamenti del genere da parte degli studios.

Lo streaming costerà di più

A seguito dell’accordo tra attori e studios, la produzione di film e serie TV costerà di più rispetto al passato. E’ dunque molto probabile che, gradualmente, le varie piattaforme di streaming alzeranno i prezzi degli abbonamenti per recuperare i maggiori costi.

La maggior parte di queste piattaforme, infatti, lavora in perdita o ha comunque difficoltà a far quadrare i conti. A inizio ottobre, a sciopero ancora in corso, il Wall Street Journal ha rivelato che Netflix sta già programmando un rincaro in USA e Canada, proprio per far fronte ai maggiori costi di produzione dei suoi originals.

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