Dazi sul cinema: il franchise di James Bond è salvo?
Così ha detto il presidente degli USA Donald Trump, secondo il quale James Bond non ha nulla di cui preoccuparsi rispetto ai dazi al 100% sui film

Lo scorso 4 maggio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato dazi del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti. La novità ha suscitato una certa preoccupazione e confusione a Hollywood e nell’industria cinematografica globale, anche perché non è ancora chiaro come e quando questa misura dovrebbe essere applicata, né con quali conseguenze. A pochi giorni di distanza Trump è però tornato brevemente sul tema anticipando che almeno un franchise cinematografico, quello di James Bond, è salvo dai paventati dazi sui film.
L’agente 007 schiva i dazi di Trump (forse)
L’8 maggio, durante una discussione sul nuovo accordo commerciale con il Regno Unito nello Studio Ovale, il presidente Trump ha improvvisato un’imitazione di Sean Connery, il primo attore a portare James Bond sul grande schermo e per questo diventando il volto iconico dell’agente segreto 007.
«James Bond non ha nulla di cui preoccuparsi» riguardo ai dazi del 100% annunciati pochi giorni fa sui film statunitense prodotti all’estero, ha commentato Trump, che ha ribadito le motivazioni dietro il recente annuncio: «Metteremo alcuni dazi per colpirli [i produttori cinematografici, ndr], perché molti di loro hanno lasciato questo Paese. Vivono tutti qui, i soldi vengono da qui, tutto viene da qui, ma realizzano i film in altri Paesi. Quindi faremo qualcosa per riportarli indietro».
Trump ha aggiunto però che «James Bond non ha nulla di cui preoccuparsi, questo posso dirvelo. E sapete, Sean Connery era un mio amico. Sean Connery è stato determinante per farmi ottenere l’autorizzazione urbanistica ad Aberdeen. Disse: "Lasciate che quel dannato tizio costruisca i suoi campi da golf". Ero già da quattro anni nel processo, ed era impossibile ad Aberdeen… Era un grande, Sean Connery».
Connery ha interpretato l’iconico protagonista in sette film sull’agente 007, lasciando un’impronta indelebile nella storia del cinema e diventando, per molti fan, il James Bond per eccellenza.
A cosa si riferiscono le parole di Trump su dazi e James Bond
Cosa significano le parole di Trump, in concreto? Difficile dirlo. Il presidente degli Stati Uniti ci ha abituati a una comunicazione pubblica che spesso si distingue per la sua imprevedibilità e scarsa aderenza ai fatti, e che rende anche per questo difficile distinguere le intenzioni reali dalle provocazioni.
La testata Deadline ha collegato queste dichiarazioni alla produzione del nuovo film del franchise di 007. La saga di James Bond sta infatti vivendo una nuova fase sotto la gestione di Amazon MGM Studios, in collaborazione con i produttori storici Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, eredi della leggendaria EON Productions.
Sappiamo già che Amy Pascal (ex Sony Pictures) e David Heyman (produttore di Harry Potter) produrranno il prossimo film di 007, con l’obiettivo di rilanciare la saga con «un nuovo capitolo fresco ed esaltante». Al momento non ci sono ancora informazioni sul cast, sul titolo, sulla trama e sui tempi di produzione.
Il film è in fase di sviluppo e nel momento in cui il presidente degli Stati Uniti parlava dallo Studio Ovale, Pascal e Heyman erano già al lavoro a Londra, collaborando a stretto contatto con Broccoli e Wilson.