SCIENZA

Aria, rifiuti e inquinamento: le città italiane messe peggio secondo il Rapporto Ecosistema Urbano 2024

Aria, rifiuti e inquinamento: i risultati del Rapporto Ecosistema Urbano 2024 parlano chiaro. Ancora ampio il divario tra città del Nord e del Sud Italia

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Il Rapporto Ecosistema Urbano 2024, su aria, rifiuti e inquinamento, ha confrontato le performance a livello ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

Il quadro finale della situazione è abbastanza variegato: dunque, quali città se la cavano? E a quali va la maglia nera?

I risultati del Rapporto Ecosistema Urbano 2024

Il Rapporto Ecosistema Urbano 2024, stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha messo in evidenza la situazione di diverse città della penisola in fatto di aria, rifiuti e inquinamento. I risultati collocano Reggio Emilia in cima alla classifica delle aree urbane più virtuose: supera persino Trento, storicamente considerata un modello di gestione ambientale.

Questo riconoscimento per Reggio Emilia deriva, in particolare, dal suo impegno nello smaltimento dei rifiuti, con un tasso di raccolta differenziata che ha raggiunto l’83,8% nel 2023. Merito anche della sua rete ciclabile, tra le più sviluppate in Italia, con ben 48,14 metri di percorsi per le bici ogni 100 abitanti.

Tuttavia, l’analisi del rapporto rivela una situazione più articolata per il resto del Paese, in cui la cosiddetta “rivoluzione ecologica” procede a rilento, segnalando disparità significative fra le regioni settentrionali, centrali e meridionali.

Tra i 106 capoluoghi analizzati, sono soprattutto le città del Nord Italia a registrare i migliori risultati, con Parma e Trento che seguono Reggio Emilia sul podio. Parma, soprattutto, ha scalato numerose posizioni rispetto all’anno precedente grazie ai progressi in mobilità sostenibile, trasporto pubblico e gestione dei rifiuti. Nei primi dieci posti vanno menzionate anche Pordenone, Forlì, Treviso, Mantova, Bologna, Bolzano e Cremona.

Da notare l’assenza dei grandi capoluoghi e l’esclusione quasi totale delle città del Sud, fatta eccezione per Cosenza, che si posiziona al 13° posto, dimostrando che, volendo, è possibile creare esempi virtuosi.

La situazione delle maggiori città italiane si rivela, invece, critica: Milano si ferma solo alla 56ª posizione, Roma, pur migliorando di molto rispetto all’anno precedente, si colloca solo al 65° posto, seguita a distanza da Napoli al 103° posto. Le ultime posizioni della classifica sono occupate in gran parte da città meridionali, fra cui Caserta, Catanzaro, Vibo Valentia, Palermo, Reggio Calabria e Catania, che chiude la classifica.

Questa tendenza conferma la difficoltà per le grandi aree urbane di implementare misure efficaci in materia ambientale e di mobilità sostenibile, principalmente a causa delle dimensioni, della popolazione e delle risorse limitate.

I parametri per misurare la situazione ambientale

Il rapporto di Legambiente valuta le città italiane sulla base di sei parametri chiave: qualità dell’aria, gestione delle acque, trattamento dei rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia, con l’aggiunta di un indicatore sull’uso del suolo per misurare l’efficienza dell’urbanizzazione. Questa nuova variabile, introdotta per la prima volta nell’edizione 2024, ha influenzato significativamente le posizioni in classifica, penalizzando le città con alti tassi di consumo del suolo.

Nonostante alcuni esempi positivi, Legambiente esprime preoccupazione per l’andamento disomogeneo delle politiche ambientali, indicando che molte città italiane restano indietro in ambiti cruciali come la lotta contro il cambiamento climatico, la qualità dell’aria, la rigenerazione urbana, e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Secondo Legambiente, questi problemi cronici, aggravati da fenomeni come l’overtourism, richiedono interventi più incisivi e coordinati a livello nazionale. Proprio per questo motivo, l’associazione ambientalista rinnova l’appello per un “green deal” ad hoc per l’Italia, che possa supportare i Comuni nel miglioramento della sostenibilità e della vivibilità delle città.

La proposta di un piano nazionale di rilancio delle performance ambientali si fonda sull’idea di una collaborazione tra governo centrale, regioni e amministrazioni locali, al fine di affrontare il problema in modo integrato e di ridurre le disuguaglianze territoriali. Una strategia nazionale, infatti, permetterebbe di affrontare sfide come l’adattamento al cambiamento climatico, che sta già provocando danni ingenti e perdite umane, e la rigenerazione urbana, fondamentale per migliorare la sicurezza degli edifici e per contrastare la crescente minaccia dello smog. Non a caso, la qualità dell’aria resta un problema serio: le stime di Legambiente indicano che in Italia il particolato fine (PM2,5) causa ogni anno quasi 50 mila morti premature.

Il rapporto Ecosistema Urbano 2024 propone un approccio lungimirante che richiama le migliori pratiche adottate in altre città europee, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sul ruolo del turismo sostenibile e sulla necessità di strategie più inclusive per la gestione ambientale. Per trasformare queste proposte in realtà, però, sono necessarie politiche coraggiose e investimenti adeguati.

Legambiente invita le istituzioni italiane a dare priorità alle questioni ambientali nell’agenda politica, evidenziando come una gestione sostenibile dei territori possa migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantire una maggiore resilienza urbana di fronte alle sfide del futuro.

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