SCIENZA

Messaggi da un passato senza Sole: questo asteroide ci sta raccontando qualcosa di nuovo

Guardando al suo passato, otteniamo informazioni inedite: l'asteroide Ryugu proviene da una fredda nube protosolare e contiene elementi appartenuti a una galassia totalmente priva di Sole

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Fonte: JAXA, University of Tokyo & collaborators

Lo sappiamo bene: l’Universo non è mai stato uguale a sé stesso. I suoi cambiamenti sono avvenuti in maniera graduale ma si sono susseguiti inesorabilmente, lasciando dei segni sui corpi che si muovono nel suo sconfinato spazio. Un esempio di corpo celeste “segnato” da questi mutamenti è l’asteroide Ryugu, che in base agli ultimi studi sarebbe in grado di raccontarci di un passato totalmente privo di Sole.

Per gli scienziati, gli elementi presenti sulla superficie di questo corpo celeste sono pertanto essenziali: è grazie alla loro presenza e ai dati che restituiscono che oggi possiamo sapere un po’ di più sul proto-universo e sui primi passi della Via Lattea.

L’asteroide Ryugu e la missione Hayabusa

Prima di parlare dei nuovi elementi trovati su questo particolare asteroide, bisogna fare una doverosa precisazione: non si tratta di un corpo celeste individuato e studiato “a caso”. Anzi, tutto il contrario: Ryugu è stato scoperto nel 1999 ed è stato immediatamente classificato come oggetto spaziale potenzialmente pericoloso, per via della sua orbita e dei suoi incontri particolarmente ravvicinati con la Terra.

Proprio per la sua pericolosità, nel 2020 è partita la missione Hayabusa dell’Agenzia spaziale giapponese (JAXA), seguita poi dalla missione Hayabusa 2. In tutto, le due missioni hanno portato a ben 18 mesi in totale di osservazioni ravvicinate e al recupero di diversi campioni, che sono poi arrivati sul nostro pianeta e hanno richiesto notevole tempo per essere analizzati, compresi e interpretati.

I segreti dell’asteroide

Dunque, cosa sappiamo di questo asteroide che passa vicino alla Terra? In primis, gli scienziati della JAXA hanno concluso che non si tratta di un monolito ma di un agglomerato di detriti, cosa già di per sé interessante perché significa che è frutto dell’insieme di diversi frammenti che sono stati coinvolti in una serie di impatti spaziali. Secondo i recenti studi, Ryugu si sarebbe formato in seguito alla collisione di due famiglie di asteroidi (Eulalia e Polana) e non si sarebbe formato attorno alla Terra: sarebbe arrivato nei suoi pressi solo molto dopo.

Al centro di Ryugu, però, c’è un “cuore” importante: si tratta probabilmente del detrito progenitore, ed è proprio qui che si nascondono i segreti più interessanti. Sì, perché il cuore dell’asteroide contiene acqua e anidride carbonica in stato estremamente cristallizzato, cosa che suggerisce la sua primaria formazione in un momento lontanissimo nel tempo: quando ancora non esisteva neanche il Sole.

Ryugu e il passato senza sole

Grazie ai campioni arrivati sulla Terra,  gli scienziati hanno acquisito ulteriori dettagli sulla sua composizione molecolare e sono arrivati alla conclusione che Ryugu proviene da una fredda nube protosolare. Non è ancora chiarissimo, però, come l’asteroide sia stato in grado di mantenere “al sicuro” il suo cuore di ghiaccio per oltre cinque miliardi di anni, nonostante ormai si muova attorno alla nostra caldissima Stella Madre.

Non solo: Ryugu è composto anche da molecole e altra polvere di stelle presolari contenenti degli aminoacidi, cosa che fa, ancora una volta, sospettare che da qualche parte nel cosmo ci sia vita (sebbene non nella forma complessa che conosciamo) a dispetto dell’assenza solare. Per saperne di più, però, occorrerà aspettare: nuove missioni si avvicineranno all’asteroide per raccogliere ulteriori campioni e passare ad analisi molto più precise.

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