Un asteroide grande come la Torre Eiffel sfiorerà la Terra e gli scienziati lo vogliono raggiungere prima
Un asteroide sta per sfiorare la Terra ma gli studiosi non sono in allarme: si progetta già uno studio rivoluzionario
La grande attenzione che generalmente viene rivolta a corpi cosmici come asteroidi e meteoriti, deriva principalmente dal potenziale danno che potrebbero causare alla Terra. Un perfetto esempio è dato dall’asteroide Apophis che, con le sue considerevoli dimensioni, sta generando un certo allarme. Nel corso del 2029, infatti, si avvicinerà alla Terra. È reale il rischio di una collisione? Ecco cosa accadrà e qual è la risposta già in programma.
Apophis, rischio asteroide per la Terra
Volendo fare un paragone, al fine di comprendere al meglio di che dimensioni si sta parlando, l’asteroide Apophis è comparabile alla Torre Eiffel. Ecco cosa si avvicinerà tremendamente alla Terra il 13 aprile 2029, stando alle recenti stime.
Un rischio? Certo ma decisamente minimo e improbabile e, al tempo stesso, una ghiotta opportunità. Avremo infatti modo di studiare approfonditamente un oggetto celeste di tali dimensioni. Potremo inoltre testare seriamente le nostre capacità di difesa planetaria.
È qui che entra in gioco la missione Ramses dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Un progetto che mira a far tesoro di questa occasione (quasi) unica. Saranno infatti raccolti dei dati fondamentali per la nostra sicurezza futura.
Missione Ramses
Non si tratta di un caso isolato nella nostra storia, com’è facile immaginare. Ad ogni modo, però, Apophis rappresenta una rarità, tenendo conto della vicinanza del suo passaggio e delle dimensioni dell’asteroide.
Ripensando ai danni provocati nel 2013 nella città russa di Chelyabinsk e, prima ancora, quelli nel 1969 in Australia, nel paesino di Murchison, è facile capire quanto sia importante farsi trovare preparati a ogni eventualità.
La missione Ramses (Rapid Apophis Mission for Security and Safety) è stata progettata al fine di poter studiare approfonditamente questo corpo in avvicinamento. Il monitoraggio rappresenta, dunque, l’obiettivo primario. Si potrà così caratterizzare il comportamento dinamico di Apophis nel corso del suo passaggio ravvicinato.
Ciò dovrebbe bastare a tranquillizzare anche i più scettici. Per ora si parla di difesa unicamente in chiave futura. Questo episodio sarà fondamentale per eventuali rischi nel tempo. Allo stato attuale, infatti, non si teme alcuna collisione. Il monitoraggio però prosegue, perché non è mai possibile escludere qualsiasi stravolgimento delle condizioni attuali (per quanto improbabile sia).
La missione vanta una componente innovativa di grande rilevanza. Parliamo nello specifico della capacità di osservare l’asteroide prima e durante il passaggio ravvicinato alla Terra. Ciò consentirà agli studiosi di analizzare le variazioni nella rotazione e nell’orbita del corpo celeste. Di fatto si avranno dati chiari e cruciali sull’effetto che l’influenza gravitazionale del nostro pianeta eserciterà.
Sarà così possibile sviluppare tecnologie e piani adatti a eventualità nei prossimi anni, decenni o secoli. Prima o poi, infatti, sarà di cruciale importanza riuscire a deviare con precisione degli asteroidi potenzialmente pericolosi e/o letali.
I rischi di Apophis
L’asteroide Apophis è una vecchia conoscenza. È stato infatti scoperto nel 2004 e soprannominato Dio del Caos. La sua dimensione è di circa 350 metri e ha da sempre suscitato grande attenzione. Inizialmente si temeva infatti una collisione nel 2029 o nel 2036. Fortunatamente, però, ulteriori osservazioni hanno escluso tali scenari.
Il 13 aprile 2029 passerà a 32mila km dalla nostra superficie. Di fatto sarà più vicino dei nostri satelliti geostazionari. Si osserveranno gli effetti gravitazionali su un corpo di tali dimensioni, così come le forze mareali esercitate dalla Terra. Non è da escludere possano deformare la superficie di Apophis, provocando frane o terremoti, alterandone la rotazione. Nonostante ciò, il rischio d’impatto è da escludere almeno per il prossimo secolo.