SCIENZA

Un nuovo studio rivela biossido di azoto (NO2), un inquinante atmosferico nocivo presente nell'aria

Quali sono le aree maggiormente soggette a inquinamento da biossido di azoto? Le indicazioni arrivano da recenti dati satellitari

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Fonte: 123RF

La NASA e l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) stanno collaborando per affrontare la contaminazione atmosferica causata dal biossido di azoto (NO2).

Si tratta di un inquinante noto per i suoi effetti dannosi sulla salute umana, soprattutto nelle comunità già colpite da altri fattori ambientali negativi.

Le aree soggette a inquinamento da biossido di azoto

Per la prima volta, i dati satellitari della NASA sul NO2 sono stati integrati nell’EJScreen, uno strumento di mappatura e screening dell’iniquità ambientale sviluppato dall’EPA. Questa integrazione rappresenta un passo importante verso una maggiore giustizia ambientale, consentendo alle comunità sovraccariche di accedere a informazioni cruciali sulla qualità dell’aria e di prendere provvedimenti per proteggere la propria salute.

Samuel Jordan, presidente della Baltimore Transit Equity Coalition, ha sottolineato l’importanza di questo sviluppo, affermando che l’accesso a dati precisi e localizzati sul biossido di azoto permette alle organizzazioni di identificare meglio i problemi legati alla qualità dell’aria e di promuovere il benessere delle comunità.

Fino a poco tempo fa, l’EJScreen forniva dati su una gamma di inquinanti più limitata, come l’ozono e il particolato fine, ma mancava un’informazione dettagliata sul NO2, un gas strettamente associato a problemi respiratori come l’asma, soprattutto nei bambini.

John Haynes, responsabile del programma della NASA per la salute e la qualità dell’aria, ha evidenziato come questa collaborazione dimostri il valore delle capacità scientifiche della NASA nell’affrontare questioni cruciali per la società. L’integrazione dei dati satellitari dell’agenzia con gli strumenti dell’EPA rappresenta un impegno concreto nell’utilizzare le osservazioni spaziali per migliorare la salute pubblica e promuovere una maggiore equità a livello ambientale.

Il NO2, o biossido di azoto, viene diffuso principalmente dalla combustione di combustibili fossili e le comunità nere o a basso reddito tendono a vivere più vicino alle fonti delle emissioni, come autostrade, fabbriche e snodi per i trasporti. Questa prossimità aumenta l’esposizione a livelli elevati di NO2, aggravando le disuguaglianze sanitarie.

Un recente studio, sempre finanziato dalla NASA, ha dimostrato che le emissioni di NO2 aumentano significativamente vicino ai magazzini, i quali sono spesso situati in aree emarginate. La ricerca ha rilevato un incremento medio del 20% dei livelli di biossido di azoto nelle vicinanze di queste strutture, attribuito al traffico di camion e alla densità dei magazzini stessi.

Gaige Kerr, ricercatrice presso la George Washington University e coautrice dello studio, ha spiegato che il NO2 ha una durata breve nell’atmosfera, quindi i suoi livelli sono più alti nelle aree vicine alle fonti di emissione. L’integrazione di questi parametri nell’EJScreen democratizza l’accesso a informazioni di alta qualità, permettendo anche a chi non ha esperienza in analisi dei dati di comprendere meglio la situazione ambientale del proprio quartiere.

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La raccolta dei dati

L’EJScreen utilizza i dati provenienti dallo strumento Ozone Monitoring Instrument (OMI) a bordo del satellite Aura della NASA, combinandoli con modelli computerizzati per fornire stime medie annuali di NO2. Ciò permette di rivelare i livelli cronici di biossido di azoto cui le persone potrebbero essere esposte quotidianamente nelle aree che abitano.

Tai Lung, specialista in protezione ambientale presso l’EPA, ha sottolineato il potenziale trasformativo dei dati satellitari per la misurazione di fattori ambientali e climatici. La coerenza e la copertura di questi dati su tutto il territorio statunitense li rende estremamente utili per lo screening e la mappatura delle disuguaglianze ambientali.

Lo sviluppo di questo set di dati è stato possibile grazie alla collaborazione tra varie istituzioni accademiche e scientifiche, tra cui la George Washington University, l’Oregon State University e, ovviamente, con il supporto della NASA. Il progetto è stato finanziato da quest’ultima attraverso il programma Satellite Data for Environmental Justice, in cui si è lavorato per garantire la rilevanza e l’accuratezza dei dati.

La NASA continua a monitorare gli inquinanti atmosferici utilizzando una vasta gamma di strumenti, tra cui satelliti, aerei e stazioni a terra. Le informazioni ricavate sono fondamentali per la ricerca e possono influenzare la definizione di standard ambientali, la formulazione di politiche pubbliche e la regolamentazione governativa con l’obiettivo di migliorare il benessere umano ed economico.

Il satellite Aura, che ha recentemente celebrato il suo ventesimo anniversario, potrebbe presto essere affiancato dal nuovo strumento TEMPO (Tropospheric Emissions: Monitoring of Pollution), lanciato nel 2023. TEMPO fornisce misurazioni orarie diurne dei livelli di NO2, offrendo un’opportunità per migliorare ulteriormente l’EJScreen e la gestione proattiva dell’inquinamento atmosferico.

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