SCIENZA

C'è una bomba tossica sottoterra in Francia: rischia di avvelenare milioni di persone

Si trova nella miniera di Stocamine, in Alsazia, un “cimitero eterno” di 42.000 tonnellate di rifiuti tossici: falde a rischio, coste d’Europa potenzialmente contaminate

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Fonte: 123RF

Un complesso di uffici e due pozzi minerari custodiscono uno dei rischi ambientali più gravi d’Europa. Siamo nel cuore dell’Alsazia. Parliamo nello specifico dell’ex miniera di potassio Stocamine, a Wittelsheim. Un’area che ospita 42mila tonnellate di rifiuti pericolosi.

Sono frutto di inceneritori, scorie domestiche e industrie chimiche. Ad appena 5 metri dalla superficie scorre una delle falde acquifere più estese del continente europeo, che alimenta l’Alsazia e si estende fino al bacino del Reno Superiore (condiviso con Francia, Svizzera e Germania). L’allarme è dunque chiaramente internazionale.

Un cimitero di mercurio, arsenico e cianuri

Scendendo di 500 metri, attraverso rocce bianche e rosa, ci si ritrova in un labirinto di 125 km, composto da innumerevoli gallerie. È l’equivalente di ben sette campi di calcio di spazio sotterraneo, dove trovano dimora mercurio, arsenico e altri metalli pesanti e residui di plastica bruciata trovano dimora.

Stando a dei report non ufficiali, si parla di “carichi extra” rappresentati da rifiuti illeciti nascosti tra le fratture rocciose. La situazione sarebbe dunque ancor più grave di quanto indicato nei documenti ufficiali. Un problema cui non si trova soluzione. Per decenni, infatti, le autorità hanno tentato di “metterci mano” ma è evidente che la strategia del “lontano dagli occhi, lontano dal cuore e dalla mente” sia risultata ampiamente fallimentare.

Tempo e caldo in aumento, poi, corrodono muri e contenitori, mentre il terreno subsidente cede 2 cm all’anno sotto il peso dei minerali sfruttati. Già oggi alcuni container non sono più accessibili e, stando a studi indipendenti, l’acqua potrebbe allagare progressivamente il sito, guardando a un periodo di tre secoli.

Falde contaminate e conseguenze sanitarie

Nel caso in cui i veleni dovessero fuoriuscire, l’impatto ambientale e sanitario sarebbe colossale. Tracce di metalli pesanti in acqua causano infatti:

  • cancro;
  • danni neurologici;
  • insufficienza renale.

Per intere generazioni, è chiaro, le popolazioni rurali e urbane che dipendono dalle captazioni locali verrebbero minacciate. Nel mirino anche l’ecosistema fluviale, con il cianuro che risulta letale per pesce e invertebrati. Questa tossicità estrema può generare delle vere e proprie “zone morte”, con la sparizione di vita acquatica e avifauna.

Un monito per le future generazioni

C’è chi sente parlare di trasformazione e devastazione del territorio in tre secoli e sorride, rifiutando l’idea di una rivoluzione ambientalista fondamentale.

Il geologo svizzero Marcos Buser, specialista in rifiuti nucleari, si è così espresso: “Occorre rimuovere immediatamente i rifiuti, non abbandonarli a un declino indecifrabile. (…) Nascondere i veleni sottoterra è la madre di tutti gli errori”.

Con Stocamine ci ritroviamo dinanzi a un problema tecnico, ambientale e soprattutto morale. Cosa consegniamo alle future generazioni. Un’eredità tossica e instabile, figlia dell’incapacità di chiudere il cerchio dei materiali. Siamo indirizzati verso un “cimitero eterno di sostanze” e non saremo noi a pagare il prezzo più elevato.

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