SCIENZA

C'è una città nascosta sul fondo dell'Oceano: la scoperta

Non era mai stato rinvenuto nulla di simile: questo panorama di torri spettrali sta affascinando gli scienziati, perché somiglia a un'antica città perduta. E adesso si indaga per conoscere tutti i suoi misteri

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Come nelle migliori fiabe e leggende, come nei romanzi fantascientifici: sembra esserci una città nascosta sul fondo dell’Oceano, intenta a celare misteri ed enigmi che gli scienziati non vedono l’ora di scoprire, risolvere e analizzare. Rinvenuta molto tempo fa a più di 700 metri sotto la superficie dell’acqua, la città nascosta si è imposta nuovamente come argomento di grande interesse per via di alcune preziosissime scoperte.

Infatti, nonostante tutto intorno al sito sia letteralmente estremo (dalle temperature alla fitta oscurità), la città perduta sembra brulicare di vita, con creature marine che si muovono, danzano e proliferano indisturbate. E non solo: la sua interazione con l’ambiente sta infatti causando dei particolarissimi fenomeni.

La storia della città nascosta sul fondo dell’Atlantico

Non si tratta di Atlantide, ma Lost City (letteralmente Città Perduta) è un luogo davvero speciale. Come abbiamo già detto è stata scoperta molti anni fa, precisamente nel 2000, nel corso dei una spedizione nel medio Atlantico della National Science Foundation. Gli scienziati rimasero a dir poco impressionati da ciò che videro: un paesaggio quasi spettrale, oscuro, con torri caratterizzate da crepe e fessure le cui punte più alte sembravano cercare in ogni modo di tornare alla luce.

Ci sono volute altre due spedizioni, una nel 2003 e una nel 2005, per comprendere che ciò che era stato avvistato non era una città umana perduta nelle profondità negli abissi, ma era qualcosa di ugualmente straordinario: un complesso ecosistema con una composizione chimica impressionante, unica nel suo genere, in grado di produrre abioticamente molecole come metano e idrogeno.

La Lost City nell’Atlantico e l’origine della vita

I successivi studi sulla città nascosta hanno cercato di individuarne e studiarne le peculiarità. Di certo, il sito è stato classificato come zona idrotermale anomala, perché del tutto differente da quelle scoperte in altre parti del mondo. Le alte torri della città e le sue intercapedini corrispondono a delle bocche idrotermali che si comportano in modo molto particolare: come già detto, rilasciano metano e idrogeno, ma al contempo non producono quantità significative di anidride carbonica, idrogeno solforato o metalli, che generalmente caratterizzano questo tipo di sorgenti.

Cosa significa tutto questo? Semplice: che le bocche idrotermali, a dispetto delle condizioni rigide (il buio fitto, l’ambiente con ph da 9 a 11 e le temperature comprese tra i 40 °C e i 90°) presentano tutte le condizioni fondamentali per generare vita microbica. Nell’ultimo anno, gli scienziati hanno attenzionato questo fenomeno così particolare, cercando di studiare anche le creature che popolano la Lost City. E sono certi che nelle sue profondità si nascondano buona parte dei segreti che hanno generato la scintilla per l’origine della vita sulla Terra.

La scoperta sulla Lost City e i nuovi studi

A scoprire che la Lost City ha tutte le caratteristiche chiave dell’abiogenesi sono stati i dottori Marvin Lilley ed Erick Olson dell’UW, Jeffrey Seewald e Sean Sylva del Woods Hole Oceanograhic Institution, Gretchen Früh-Green dello Swiss Federal Institute of Technology e John Lupton del Pacific Marine Environmental Laboratory della NOAA.

Il team internazionale sostiene che la stessa interazione delle bocche idrotermali con l’ambiente circostante sia speciale, dato che gli idrocarburi presenti alimentano nuove comunità microbiche anche senza la presenza di ossigeno. Adesso, la comunità scientifica sta lavorando a nuovi studi e alla raccolta di dati il più possibile approfonditi: se la squadra internazionale dovesse avere ragione, infatti, potremmo presto avere un quadro molto più ricco sui primissimi istanti di vita sul pianeta. E, di conseguenza, su come il fenomeno può ripetersi in altri ambienti.

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