SCIENZA

Colosseo, dipinto restaurato rivela una "piccola Gerusalemme" italiana

La "piccola Gerusalemme" scoperta in un dipinto-murale del Colosseo ha fatto emergere un utilizzo diverso e alternativo dell'Anfiteatro Flavio

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Fonte: 123RF

C’è poco da fare, se si pensa al simbolo per eccellenza della città di Roma, viene subito in mente il Colosseo. I film e i documentari lo hanno descritto come un luogo in cui avvenivano combattimenti cruenti per soddisfare la voglia di spettacolo dei cittadini, in realtà un recente restauro ha fatto capire come questo monumento nascondesse anche una “piccola Gerusalemme”.

In pratica, il lavoro ha riguardato alcuni archi del Colosseo stesso, facendo emergere un murale risalente al XVII secolo e che ha fatto ipotizzare un utilizzo alternativo della struttura. Chi avrebbe mai immaginato che fosse anche un posto sacro per il culto cristiano? Secondo Federica Rinaldi, archeologa responsabile del monumento, si tratta di un frammento di storia preziosissimo.

Il fatto che il Colosseo avesse una sorta di Gerusalemme in miniatura fa sì che si possa comprendere meglio la storia di Roma. I combattimenti violenti e le morti degli schiavi sono un dato di fatto, ma il Colosseo è stato anche altro. L’utilizzo dell’Anfiteatro Flavio per questo scopo sarebbe durato circa 400 anni oltre la sua costruzione poi tutto sarebbe cambiato. In particolare, i cristiani lo utilizzavano per le loro processioni religiose, per non parlare dei papi che lo hanno sfruttato come vera e propria chiesa. Il dipinto che ha acceso i riflettori su questi nuovi scenari dovrebbe essere stato realizzato nel ‘600 e ha rischiato di andare perso per sempre.

La presenza di Gesù nel dipinto

I colori e la realtà aumentata hanno fatto letteralmente tornare in vita la Roma antica come nel caso dell’Ara Pacis. Al contrario, questo murale era a dir poco sbiadito e quasi illeggibile. Il restauro ha completamente cambiato le carte in regola. Sono stati infatti notati i dettagli di una veduta panoramica di Gerusalemme, idealizzando la città ai tempi di Gesù che è stato raffigurato sia durante la passione che mentre risorge. La datazione non dovrebbe fornire altri dubbi in futuro, mentre invece la paternità del murale ha finora lasciato perplessi gli esperti.

Luogo di pellegrinaggio

Non è possibile al momento individuare con certezza l’autore del dipinto di Gerusalemme, anche se si possono fare delle ipotesi sulle fonti di ispirazione. Sembra che il pittore abbia preso spunto da una stampa del ‘600, nello specifico quella che raffigurerebbe la città antica e che è attribuita ad Antonio Tempesta. L’utilizzo del Colosseo come luogo di pellegrinaggio risale al ‘300, quando due confraternite si riunirono nell’attuale monumento per rappresentare la passione di Cristo. La costruzione di una piccola chiesa nell’Anfiteatro Flavio, invece, sarebbe stata ultimata nel ‘500.

Il murale di cui si sta parlando si trova a 7 metri di altezza, in corrispondenza della Porta Triumphalis del Colosseo e dell’accesso occidentale. Non è altro che il riassunto della storia di Gerusalemme nel corso dei secoli, con un interesse marcato del pittore nei confronti degli assedi alle mura, gli accampamenti romani e molto altro ancora. Gli archeologi sono determinati a diffondere queste informazioni il più possibile, così da porre l’accento su una storia poco nota di un monumento tanto celebre come il Colosseo che puntualmente viene associato soltanto a lotte sanguinose e che invece merita altri approfondimenti.

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