Resti umani del paleolitico in Lombardia, si tratta dell’unico Neanderthal mai trovato
Scoperte cruciali per la ricostruzione del passato umano in Italia: ecco l'incredibile ritrovamento di resti di una comunità Neanderthal

Era marzo 2023 quando è stata di fatto spalancata una finestra sul passato umano della Lombardia. Il tutto è avvenuto grazie al Gruppo Grotte Gavardo, che ha segnalato dei frammenti d’ossa e delle industrie litiche alla base di una falesia. Un avvistamento molto importante sul versante meridionale del Monte Budellone.
Primo Neanderthal della Lombardia
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, con il sostegno del Comune di Prevalle, ha portato avanti due interventi d’emergenza. Il primo nel 2023 e il secondo lo scorso anno. A ottobre 2024 ha avuto inizio uno scavo ufficiale e in appena due mesi di campagna archeologica sono emersi più di 2.200 reperti:
- selci scheggiate;
- resti faunistici di cervi;
- bisonti;
- marmotte;
- orsi.
È stato così tracciato un quadro molto chiaro delle comunità di cacciatori e raccoglitori neanderthaliani. L’aspetto più rilevante è senza dubbio la falange di un giovane Neanderthal. Un ritrovamento che non ha precedenti in Lombardia.
L’antropologo Giorgio Manzi ha confermato come la morfologia ossea, così come i segni di crescita non ultimata, indichino con pochi dubbi come si tratti di un individuo in età giovanile. La sua datazione? Tra i 50mila e i 100mila anni.
La vita nel Pleistocene
Sono stati ritrovati strumenti in selce e dei resti animali, come detto. Tutto ciò suggerisce un insediamento stagionale. Pare che i Neanderthal sfruttassero la grotticella o il riparo sotto roccia per l’attività di caccia e, successivamente, di macellazione delle carcasse.
Nel deposito sono state poi individuate delle concrezioni calcaree. Ciò alimenta il dibattito in merito alla natura del sito. Grotta naturale o rifugio all’aperto? Le analisi stratigrafiche, così come le datazioni radiometriche, sono in corso con l’uso di metodi come l’orologio molecolare sul Dna antico di lupo e cervo. Tutto ciò promette una precisione oltre i limiti del radiocarbonio.
Il team di paleogenetica, guidato dalla dottoressa Alessandra Cilli, potrà restituire un vero e proprio ritratto preciso della biodiversità e dei rapporti tra umani e ambienti nel Pleistocene medio. Si attendono i risultati per l’autunno 2025. Qualcosa che potrebbe rivoluzionare la nostra concezione della distribuzione geografica e delle strategie di sopravvivenza dei Neanderthal nell’Europa meridionale.
Prospettive future
Il ritrovamento a Prevalle è di certo molto rilevante per la Lombardia, ma non solo. È un tassello mancante nella mappa dei grandi siti neanderthaliani in Europa. Nei magazzini comunali, la setacciatura dei sedimenti rimossi proseguirà alla ricerca di micromammiferi e microindustrie litiche, fondamentali per ricostruire il paleoambiente.
Gli esperti sanno già che il sito di Monte Budellone diventerà un laboratorio a cielo aperto. Il progetto prevede campagne di scavo pluriennali, un percorso di fruizione museale e studi interdisciplinari. L’integrazione di dati archeologici, paleoambientali e genetici offrirà una visione olistica delle dinamiche neanderthaliane tra le Prealpi bresciane.
Questa è l’ennesima riprova che anche i piccoli centri possono segnare svolte incredibili nella comprensione dell’evoluzione umana. La grande sfida sarà ora conciliare ricerca, conservazione e valorizzazione turistica.