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Dove le acque si illuminano di blu: a Roskilde, in Danimarca, il fenomeno della bioluminescenza

L'acqua è bioluminescente nel fiordo di Roskilde in Danimarca: ecco lo spettacolo magnifico regalato ai tanti presenti

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Qualcosa di semplicemente spettacolare è avvenuto in Danimarca. Una scena che oggi qualcuno definirebbe altamente instagrammabile, ma che in passato non era altro che l’occasione di una vita. Sulla spiaggia di Veddelev si è verificato un fenomeno di bioluminescenza e di seguito ve ne parliamo.

Spettacolo in Danimarca

Quello danese è un territorio splendido, che sa regalare numerosi spettacoli a chi ama la natura. Di recente però, precisamente domenica 8 settembre, è avvenuto qualcosa di assolutamente sorprendente sulla spiaggia di Veddelev.

Ecco, la Danimarca non è propriamente il Paese maggiormente noto in Europa per le sue spiagge, ma stavolta è accaduto qualcosa che ha trovato ampio spazio sui social. Impossibile non dare risalto al fatto che nel fiordo di Roskilde l’acqua abbia iniziato a brillare.

È tutto merito/colpa del gran caldo. Le temperature elevate hanno infatti generato le condizioni ideali per poter osservare le alghe bioluminescenti nell’acqua. Esse emettono un bagliore notevole quando vengono “disturbate”, soprattutto al buio.

Cos’è la bioluminescenza

Foto e video rendono in parte l’idea di cosa voglia dire assistere a qualcosa del genere. È normale però chiedersi cosa sia la bioluminescenza. In parole povere, si tratta della capacità di alcuni organismi viventi di emettere luce. Non qualcosa di tanto raro come si potrebbe pensare.

In chimica la bioluminescenza è l’emissione di luce visibile da parte di alcuni organismi viventi. Ciò in risposta ad alcune reazioni chimiche, naturali. Le specie che riescono a emettere luce propria sono molte. Si va dai batteri ai protisti, dai pesci ai cefalopodi. Nella maggior parte dei casi si tratta di una caratteristica propria. In alcuni, però, dipende dal rapporto di simbiosi sviluppato con alcuni batteri.

Come funziona la bioluminescenza

La luce che possiamo ammirare, come nel caso del sogno a occhi aperti sulla spiaggia di Veddelev, in Danimarca, è uno dei prodotti dell’ossidazione di piccole molecole. Si tratta delle luciferine (lucifer, che in latino vuol dire portatore o portatrice di luce).

Niente più di reazioni chimiche, catalizzate da particolari enzimi, luciferasi e fotoproteine. Le luciferine sono responsabili della maggior parte di queste magnifiche reazioni. In totale sono quattro ma, occorre specificarlo, la comunità scientifica ritiene che tanto ci sia ancora da scoprire in merito. In generale si ritiene che molte delle reazioni capaci di produrre bioluminescenza debbano ancora essere scoperte.

Scendendo nel dettaglio, i batteri possono rappresentare un ottimo esempio. L’emissione di luce in questo caso deriva dall’ossidazione di un particolare composto: flavina mononucleotide ridotto e aldeide a lunga catena. In presenza di particolari condizioni e di ossigeno, si verifica tale reazione.

Le varie specie bioluminescenti a noi note sono molto diverse tra loro. Le lunghezze d’onda della luce emessa in un ambiente marino, però, tendono a restituire colori tendenzialmente tra il blu e il verde. Un filo rosso che dipende dal fatto che tutte o quasi si aggirano intorno ai 470 nm.

Di seguito riportiamo alcuni dei luoghi più famosi in cui poter osservare uno spettacolo di bioluminescenza:

  • Gippsland Lakes (Australia);
  • Mosquito Bay (California);
  • Ton Sai (Thailandia);
  • Aberavon Beach (Galles).

Mettendo da parte il nostro piacere personale nell’osservare il tutto, qual è il fine della bioluminescenza? Le motivazioni sono svariate e ogni specie ha la propria. Generalmente gli animali sfruttano la luce per difesa, intimidendo le altre specie. Al tempo stesso si può abbagliare per confondersi meglio con l’ambiente circostante. Tale luce può inoltre attrarre una preda o magari confonderla, prima di sferrare un attacco. In altri casi, come per le lucciole, la bioluminescenza consente di comunicare con i propri simili.

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