Forse sull'età di Stonehenge ci siamo sempre sbagliati, una nuova scoperta solleva dei dubbi
Una nuova datazione del sito neolitico di Flagstones suggerisce che sia più antico di Stonehenge: questo cambia tutto ciò che sapevamo
Sono tanti, tantissimi i misteri che riguardano Stonehenge: la sua costruzione, avvenuta con tecniche inspiegabili, affascina tanto quanto l’allineamento astronomicamente preciso delle pietre, alcune delle quali provenienti da oltre 200 chilometri di distanza. Di una cosa, però, molti scienziati erano certi: si tratta del più antico monumento megalitico in Inghilterra.
O meglio, si trattava: sì, perché un nuovo studio ha recentemente portato alla luce una scoperta che potrebbe riscrivere la storia dei monumenti neolitici britannici. Il sito di Flagstones, situato vicino a Dorchester, nel Dorset, è stato rianalizzato e ridatato, rivelando informazioni sorprendenti che mettono in discussione proprio tutte le convinzioni sull’età di Stonehenge.
Lo studio che ha cambiato le convinzioni su Stonehenge
Per la precisione, un team di ricercatori dell’Università di Exeter e dell’ente Historic England ha condotto un’approfondita analisi del sito di Flagstones, pubblicata sulla rivista Antiquity di Cambridge, con l’obiettivo di comprendere meglio la cronologia e la funzione di questo monumento scoperto negli anni Ottanta, durante la costruzione della tangenziale di Dorchester.
Di fatto, Flagstones si presenta come un grande recinto circolare con un fossato di circa 100 metri di diametro, composto da una serie di fosse. Durante gli scavi iniziali, furono rinvenuti resti umani, corna di cervo rosso e carbone, che seppur analizzati non riuscivano comunque a restituire una datazione precisa. Negli ultimi mesi, invece, usando avanzate tecniche di analisi al radiocarbonio, il team ha ridatato il sito a circa il 3200 a.C., anticipando di circa due secoli la datazione precedente.
Ciò suggerisce che Flagstones potrebbe essere il più antico monumento megalitico circolare conosciuto in Gran Bretagna: la sua costruzione precederebbe infatti quella di Stonehenge, la cui prima fase risalirebbe al 2900 a.C. La somiglianza tra i due siti, sia nella struttura che nella funzione, ha persino portato gli studiosi a ipotizzare che Stonehenge possa essere stato influenzato o addirittura ispirato da Flagstones.
Flagstones: un prototipo di Stonehenge?
Di certo, se Flagstones è stato effettivamente costruito intorno al 3200 a.C. l’ipotesi sarebbe tutto tranne che azzardata. Anzi: c’è un’evidente continuità culturale e architettonica tra i due siti. Inoltre, la presenza di sepolture e cremazioni all’interno di Flagstones indica una funzione cerimoniale e funeraria, similmente a quella ipotizzata per Stonehenge. Ma non è tutto qui, perché la ridatazione di Flagstones potrebbe anche portare a una revisione delle nostre conoscenze sulla diffusione delle pratiche monumentali nel Neolitico britannico.
La costruzione di grandi recinti circolari potrebbe essere iniziata prima di quanto precedentemente ritenuto, con Flagstones che rappresenta un esempio precoce di questa tradizione architettonica: ciò potrebbe implicare che altre strutture simili siano state influenzate da monumenti precedenti, suggerendo una rete di scambi culturali e tecnologici tra le comunità neolitiche.
I misteri di Flagstones
Ci sono ancora altre cose interessanti da sottolineare: come Stonehenge, anche Flagstones rimane avvolto nel mistero. La sua struttura unica lo distingue da altri monumenti contemporanei e le sepolture rinvenute all’interno del sito, tra cui una cremazione di un adulto e tre inumazioni di bambini, suggeriscono una funzione funeraria, ma la presenza di corna di cervo rosso e carbone indica anche possibili rituali o cerimonie.
La posizione attuale di Flagstones aggiunge ulteriore fascino al suo mistero: oggi, metà del sito si trova sotto la tangenziale di Dorchester, mentre l’altra metà è situata sotto Max Gate, l’ex residenza dello scrittore Thomas Hardy, ora gestita dal National Trust. Questa collocazione ha reso difficile ulteriori scavi e studi approfonditi, limitando la comprensione completa del sito.
Di fatto, comunque, l’analisi del sito ha aperto una nuova finestra sulla storia dei primi monumenti circolari britannici e sul loro significato per le società neolitiche. Saranno chiaramente necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno il ruolo e l’importanza di questo luogo così particolare, anche se è chiaro che offre preziose informazioni sul passato neolitico della Gran Bretagna e sulle origini dei suoi monumenti più noti.