SCIENZA

Un lungo esperimento sta rivelando gli effetti psicologici della vita nello spazio

I volontari coinvolti nell'esperimento SIRIUS-21 passeranno 240 giorni in completo isolamento all'interno della simulazione di una missione sulla Luna

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Fonte: 123RF - Rouslan

Il progetto SIRIUS è un lunghissimo esperimento iniziato nel 2017 che vede la partecipazione del NASA Human Research Program e delle Agenzie Spaziali di Russia, Germania e Francia.

Le prime due fasi del progetto sono già concluse, ed è ora in corso – presso la Russian Academy of Science – il terzo grande esperimento del programma SIRIUS.

SIRIUS-21: la simulazione della vita nello spazio

La terza fase di SIRIUS, che è iniziata nella prima settimana di Novembre e che durerà altri 6 mesi, intende preparare il terreno per le future missioni spaziali di lunga durata valutando i possibili effetti psicologici della vita nello spazio.

L’esperimento quindi ricrea le condizioni dell’estremo isolamento cui saranno sottoposti i pionieri dell’esplorazione spaziale: coinvolge un gruppo di sei volontari, destinati a vivere per 240 giorni non soltanto in isolamento, ma all’interno di una missione sulla Luna – simulata.

SIRIUS-21 prevede che i volontari eseguano tutte le operazioni previste dalla missione, dal lancio fino all’allunaggio e al ritorno sulla Terra.

Come riporta l’agenzia di stampa russa TASS, l’obiettivo del progetto è quello di “studiare i problemi relativi al comportamento umano in uno spazio confinato, compresi quelli psicologici”.

Sergei Ponomarev, direttore del progetto, ha recentemente dichiarato in una lunga intervista a SwordsToday: “lo scopo principale è quello di gettare delle basi scientifiche e pratiche per i viaggi nello spazio profondo”. Dalla terza fase di SIRIUS, secondo Ponomarev, avremo la possibilità di ottenere degli importanti dati sugli effetti dei viaggi spaziali di lunga durata sulla salute fisica e mentale degli astronauti.

L’attesa per i risultati

SIRIUS sta per Scientific International Research in Unique Terrestrial Station, ed individua una grande struttura all’interno dell’Istituto per i Problemi Biomedici della Russian Academy of Sciences. Qui è  ricostruito l’ambiente interno di una nave spaziale, ma i volontari coinvolti nel progetto potranno sperimentare anche la vita sulla Luna, grazie a particolari supporti che consentono di simulare la gravità lunare tramite l’uso della tecnologia virtuale.

Nel corso dell’esperimento, i volontari stanno seguendo un serrato programma scientifico che prevede oltre 70 esperimenti, che vanno dalla psicologia alla microbiologia. Nel tempo libero, spiega Ponomarev “possono leggere dei libri o giocare con dei giochi da tavolo”. Ed ovviamente, possono abbandonare l’esperimento in qualunque motivo e senza fornire spiegazioni.

La speranza è quella di ottenere, alla fine del lunghissimo periodo di isolamento, dei risultati concreti sugli effetti psicologici della vita nello spazio. E che non siano dello stesso tipo di quelli ottenuti dai due esperimenti precedenti.

I risultati degli altri esperimenti, che si sono svolti rispettivamente nel 2017 e nel 2019, hanno infatti confermato in pieno le paure dei ricercatori: i ritardi nelle comunicazioni dovuti alla simulazione della distanza, nel tempo, causa una sorta di “distaccamento” dalla missione. Gli astronauti, cioè, tenderebbero a diventare completamente autonomi dal mission control: un rischio che non è possibile correre in una vera missione spaziale.

È pur vero che la qualità dei risultati ottenuti è stata tutt’altro che definitiva: “ogni nuovo esperimento aggiunge nuovi dati a quelli precedentemente ottenuti” commenta Ponomarev “e da ogni esperimento abbiamo nuove risposte”.

Il destino del progetto SIRIUS è quindi ancora lungo, con un quarto esperimento già pronto a partire nel 2022. “Speriamo di avere molti anni di esperimenti a venire nei prossimi anni”, conclude il Direttore del progetto: il prossimo esperimento simulerà una missione su Marte, ed includerà anche esperimenti nel settore medico.

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