Su Giove vortici misteriosi sono stati osservati dalla sonda spaziale Juno
Giove è un mondo ostile e lo stiamo scoprendo nel dettaglio grazie alla sonda spaziale Juno, che lo sta esplorando insieme alla sua luna Io

La sonda Juno della Nasa è ben distante dalla Terra ormai. Si ritrova tra cicloni giganteschi, lune vulcaniche e venti spietati. Prosegue nel suo viaggio, che di fatto sta riscrivendo la nostra comprensione del sistema di Giove. Le ultime scoperte sono state presentate nel corso del convegno dell’Unione europea di Geoscienze, a Vienna.
Gli esperti hanno mostrato come il veicolo spaziale stia esplorando l’atmosfera gioviana ma non solo. Al tempo stesso, infatti, le analisi riguardano anche il sottosuolo della sua luna più irrequieta: Io.
Un mondo estremo
Scott Bolton, responsabile scientifico della missione, ha spiegato come Giove sia di fatto il pianeta degli eccessi: “Possiede cicloni più grandi dell’Australia, aurore tra le più potenti dell’universo conosciuto, fasce di radiazione estreme e la luna più vulcanica del Sistema Solare”.
Sfruttando la sua orbita altamente ellittica, Juno ha potuto sorvolare il polo nord del gigante gassoso in dettaglio. Ciò ha consentito di osservare i cicloni polari, che sono di fatto incastrati in una sorta di coreografia magnifica e devastante senza fine. Guardando più in profondità, però, la sonda ha di certo compiuto un balzo in avanti nella comprensione del pianeta e dei suoi satelliti.
Ha sfruttato il suo radiometro a microonde (MWR), rivolgendo le strumentazioni anche verso Io. Incrociando i dati con quelli già ottenuti dal mapper infrarosso Jiram, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana, i ricercatori hanno potuto osservare per la prima volta tracce termiche sotto la superficie della luna.
Ecco le parole di Shannon Brown del Jet Propulsion Laboratory: “Sotto la crosta raffreddata di Io, abbiamo trovato magma ancora caldo. In ogni latitudine e longitudine erano visibili flussi di lava in raffreddamento”.
Stando ai dati in nostro possesso, circa il 10% della superficie di Io nasconde flussi lavici che non si sono ancora solidificati del tutto. Il risultato potrebbe spiegare la rapidità con la quale la luna rinnova la propria superficie. Al tempo stesso, inoltre, come possa trasferire calore dal nucleo fino allo spazio.
“I vulcani di Io funzionano come un radiatore d’auto cosmico,” aggiunge Brown, “trasferendo il calore interno all’esterno in modo incredibilmente efficiente”.
Nuove esplorazioni
Senza dubbio, l’osservazione più spettacolare riguarda una gigantesca eruzione. Si tratta della più energetica mai registrata su Io. Documentata già il 27 dicembre 2024, era ancora attiva a marzo 2025. Gli scienziati si attendono nuove immagini nel corso del prossimo sorvolo del 6 maggio 2025, quando Juno passerà a soli 89.000 chilometri dalla luna.
La sonda ha però effettuato anche 26 esperimenti di occultazione radio, così da poter mappare la temperatura e densità dell’atmosfera di Giove. Non solo lune, dunque. In seguito è stato inviato un segnale radio dalla Terra, rifratto attraverso gli strati gassosi. La sonda è stata in grado di misurare per la prima volta la temperatura della calotta stratosferica del polo nord.
Il risultato? L’area risulta di circa 11°C più fredda rispetto alle zone circostanti. Circondata inoltre da venti che superano i 160 km/h. Una scoperta che apre a nuove prospettive sul comportamento delle atmosfere planetarie.
Anni di osservazioni da parte della JunoCam e di Jiram hanno consentito inoltre di seguire lo spostamento dei cicloni al polo nord di Giove. A differenza degli uragani terrestri, questi vortici migrano lentamente verso il polo, sospinti dal fenomeno noto come “beta drift”.
“Quando si avvicinano tra loro, questi cicloni interagiscono come molle meccaniche,” spiega Yohai Kaspi del Weizmann Institute. “Si respingono, oscillano, si stabilizzano in una configurazione stabile e continuano a ruotare attorno al polo, come un carosello”.