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Google cambia idea: farà AI per la guerra

Google fa un passo indietro cancellando le linee guida etiche sullo sviluppo di armi e sistemi difensivi per il governo degli USA e per altri governi democratici

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Fonte: TSViPhoto/Shutterstock

Di recente Google ha modificato le proprie linee guida sull’etica, aprendo la strada all’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito militare. Un passaggio cruciale della policy aziendale che, solo qualche anno fa, escludeva categoricamente l’utilizzo di tali tecnologie per lo sviluppo di sistemi di armamenti o di qualsiasi soluzione potenzialmente dannosa.

Ma se da un lato questa decisione sembra andare profondamente contro i vecchi valori dell’azienda, dall’altra potrebbe rappresentare un investimento per il futuro che, a prescindere da Big G, vedrà comunque l’arrivo sul mercato di armi sempre più tecnologiche, grazie anche all’utilizzo dell’AI.

L’AI applicata alle armi, il passo indietro di Google

Secondo un report condiviso da Bloomberg, Google avrebbe eliminato dalla sua policy aziendale la sezione riguardante le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale da non approfondire, andando di fatto a cambiare idea su eventuali collaborazioni legate all’industria bellica.

Questa decisione segna un’inversione di rotta davvero repentina per l’azienda di Mountain View che rappresenta un taglio netto col passato. In una recente intervista James Manyika, vicepresidente senior di Google, e Demis Hassabis, CEO di Google DeepMind, hanno giustificato questo cambiamento sottolineando il ruolo centrale delle democrazie nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, aggiungendo anche che tutti coloro che condividono principi di libertà, uguaglianza e rispetto dei diritti umani dovrebbero collaborare per creare un’intelligenza artificiale che protegga le persone, che favorisca la crescita globale e che possa dare un contributo tangibile per la sicurezza nazionale.

Al momento, il colosso della tecnologia non ha fornito ulteriori dettagli al riguardo ma da queste dichiarazioni e dalle indiscrezioni condivise da Bloomberg¸ sembrano esserci tutti i presupposti per investire nello sviluppo di tecnologie avanzate per la difesa che, a prescindere da tutto, comunque sarebbero sviluppate da altri competitor, come la Cina ad esempio.

Le reazioni degli esperti del settore

La decisione di Google, come prevedibile, ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto tra gli esperti di etica applicata all’intelligenza artificiale.

Non sono mancate le preoccupazioni per l’eliminazione di questa clausola dalla policy aziendale che, secondo alcuni, significherebbe cancellare anni di lavoro degli sviluppatori esperti di etica e, cosa ancora più grave, metterebbe Big G nella condizione di sviluppare tecnologie potenzialmente letali o comunque in grado di causare seri danni a persone e cose.

Per altri, invece, questa decisione riflette una tendenza che si sta verificando in tutto il settore tech che, dall’elezione di Donald Trump, si sta allineando con le nuove politiche industriali e governative degli Stati Uniti che prevedono da qui ai prossimi anni un sempre maggiore coinvolgimento delle big tech nelle strategie per la sicurezza nazionale.

Una situazione del genere, comunque, potrebbe rafforzare la posizione degli USA nella corsa all’intelligenza artificiale pur senza dimenticare gli interrogativi sulle implicazioni etiche e sulle responsabilità di queste aziende private nello sviluppo di tecnologie militari utilizzate dal Governo.

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