Google ha creato 2 nuove regioni in Italia
L'Italia entra nella mappa delle "regioni" di Google Cloud con due nuovi territori e sei nuove zone: ecco di cosa si tratta e perché è importante per l'economia italiana
Due nuove “regioni“, con tre “zone” ciascuna per l’Italia: è ciò che sta facendo Google in questi giorni, con la prima regione già attiva e la seconda in arrivo entro poco. Ma nessuno dovrà cambiare residenza o domicilio: le “region” in questione sono quelle di Google Cloud, la rete di server che il gigante di Mountain View mette a disposizione delle aziende.
I due nuovi “territori” della mappa delle regioni di Google Cloud sono quello di Milano, dove la nuova regione è già attiva e funzionante, e Torino, che verrà attivata a breve. In totale, nel mondo, le regioni di Google sono solo 34 e questo fa capire quanto Google stia investendo in Italia, dove di regioni ne ha portate ben 2, con 6 zone (su un totale di 103 zone nel mondo). Nel presentare la sua nuova infrastruttura in Italia, Google ha detto che essa avrà un impatto economico fino a 3,3 miliardi di euro e contribuirà a creare fino a 65 mila nuovi posti di lavoro. Ma cosa sono, in pratica, le “regioni” di Google Cloud?
Google Cloud: cosa sono le regioni
Tutti i servizi in cloud si basano su dei server che sono posizionati fisicamente in determinati posti nel mondo. Chiaramente, per Google, l’ideale sarebbe posizionare tutti i server a due passi da una centrale elettrica che vende energia a basso costo, magari in un posto molto freddo per evitare problemi di surriscaldamento delle macchine e diminuire i costi di raffeddamento.
Ma questa non sarebbe la scelta ideale per tutti gli utenti, perché le prestazioni dei servizi in cloud sarebbero deludenti: maggiore è la distanza che i dati devono percorrere, infatti, maggiore è la latenza e minore è la velocità di trasmissione dei dati. E se l’utente è un’azienda, allora anche piccole differenze possono impattare negativamente sul business.
Ecco perché esistono le “regioni” di Google Cloud: si tratta di aree geografiche servite da hardware ad esse dedicato, in modo da ridurre i costi e la latenza per le aziende e, allo stesso tempo, aumentare le prestazioni. Per lo stesso motivo, cioè per segmentare e ottimizzare ancor di più il traffico dati, ogni regione di Google è divisa in 3 zone.
Cosa cambia per l’Italia
L’utente privato di Google Cloud difficilmente noterà delle differenze pratiche con le nuove regioni italiane. Trasferire i suoi file su Drive, ad esempio, non sarà più veloce. Le differenze grandi le vedranno le aziende con migliaia di dipendenti, che accedono contemporaneamente a file e servizi e hanno bisogno di farlo in fretta e in modo affidabile.
Le nuove regioni di Google, poi, essendo entrambe in Italia, cioè in UE, eliminano ogni tipo di problema per le aziende che raccolgono i dati dei clienti o dei fornitori e che hanno l’esigenza di usare un servizio cloud conforme alla GDPR, possibilmente con i dati che si trovano fisicamente in territorio europeo.