SCIENZA

Un altro incredibile ritrovamento Maya: emersa una città nascosta gigantesca

Nel profondo della giungla, in una zona finora inesplorata, gli archeologi hanno ritrovato un'antica ed enorme città Maya nascosta dalla vegetazione: è una scoperta sensazionale.

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Fonte: 123RF

Là dove la giungla è più fitta e l’uomo non si è mai addentrato, si nascondono segreti meravigliosi. Nel corso di un progetto volto ad ampliare le nostre conoscenze sulla civiltà Maya, alcuni archeologi hanno appena affrontato una lunga missione proprio nel cuore di un’area inesplorata e hanno scoperto un’antica città di dimensioni gigantesche. Si tratta di un ritrovamento sensazionale, ecco cosa sappiamo.

Messico, trovata un’enorme città Maya

Alcune regioni del Messico sono ricoperte di fitta vegetazione e da secoli l’uomo non vi mette piede. È qui che hanno avuto inizio le ricerche del team di archeologi guidati da Ivan Ṡprajc, nell’ambito del progetto chiamato “Espansione del panorama archeologico delle pianure centrali dei Maya”: l’obiettivo è quello di scoprire nuovi siti archeologici e apprendere sempre più informazioni si un’antichissima civiltà ricca di storia e cultura. La missione esplorativa ha avuto inizio nel cuore dello Stato di Campeche, e più precisamente all’interno della riserva ecologica di Balamkú.

In questa immensa giungla disabitata, che occupa circa 3mila km quadrati, i ricercatori hanno scoperto qualcosa di incredibile. Avventurandosi nelle profondità della vegetazione per ben 60 km, hanno trovato un sito monumentale che è stato soprannominato Ocomtún, ovvero “colonna di pietra”, per via delle numerose pietre cilindriche subito saltate all’occhio degli archeologi. Là dove le immagini aeree avevano dato la sensazione che potesse esserci qualcosa di rilevante dal punto di vista archeologico è dunque emersa un’enorme città Maya.

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Il nuovo sito archeologico

Che cosa sappiamo sulla nuova area archeologica riportata alla luce in Messico? “La sorpresa più grande si è rivelata essere il sito posto su un’altura circondata da vaste zone umide. Il suo centro monumentale si estende per più di 50 ettari e presenta vari edifici di grandi dimensioni, tra cui diverse strutture piramidali alte oltre 15 metri” – ha affermato Ivan Ṡprajc. Secondo gli esperti, la città fu un importante centro a livello regionale, probabilmente durante il periodo classico (tra il 250 e il 1.000 d.C.). Spiccano, in particolar modo, tre piazze cinte da imponenti edifici e da grandi cortili.

La struttura più grande, posta nella parte nord-occidentale del sito, è un’acropoli rettangolare di 80 metri di lunghezza e 10 di larghezza. Nella zona settentrionale sorge una piramide alta ben 25 metri, davvero affascinante. Le numerose colonne cilindriche in pietra, invece, dovevano far parte degli ingressi alle stanze superiori degli edifici. Stando alle prime analisi condotte a Ocomtún, la città visse probabilmente un rinnovamento durante il periodo classico terminale (tra l’800 e il 1.000 d.C.), ovvero quello che ci porta verso la fine dei Maya.

Si notano infatti santuari eretti al centro di patii e piazze, con elementi costruttivi estratti dagli edifici circostanti. Sarebbero un “riflesso dei cambiamenti ideologici e demografici in tempi di crisi che, infine, nel X secolo, portarono al crollo della complessa organizzazione sociopolitica e al drastico calo demografico dei Maya delle pianure centrali” – ha commentato Ṡprajc. Le ricerche si sono poi estese sino al fiume La Rigueña, dove sono state trovate scalinate e colonne monolitiche. Inoltre sono emersi diversi spazi di uso sconosciuto, su cui forse future indagini potranno fare luce.

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