Quanto è peggiorata l'aria a Torino a causa dell'inquinamento
Un 2023 positivo ma ancora tanti problemi per la qualità dell'aria di Torino: ecco qual è la situazione nel capoluogo piemontese
Da tempo ormai Torino è alle prese con un gravoso problema legato alla qualità dell’aria. Lo smog prodotto dalle auto, e non solo, ha messo in ginocchio i cittadini in svariate fasi. Il Comune sta intervenendo per invertire la rotta e i risultati registrati nel 2023 sono incoraggianti. Un mini traguardo però non può bastare ad alleviare la presa, anzi, considerando anche le sanzioni giunte dall’Ue. Quanto è grave, dunque, la situazione?
Qualità dell’aria a Torino
A fine ottobre 2024 è stato pubblicato il report Uno sguardo all’aria 2023. Un documento molto approfondito, che ha analizzato l’evoluzione della qualità dell’aria nella città di Torino. Uno sguardo che giunge ogni anno dal 1998. La sorpresa eclatante è che, in riferimento allo scorso anno, i livelli di PM10 e PM2,5 hanno mostrato un miglioramento evidente rispetto al 2022.
Il Comune è riuscito a rispettare i limiti annuali in tutte le stazioni di monitoraggio. Per la prima volta, inoltre, i superamenti quotidiani di PM10 sono stati limitati alla ben note aree problematiche, ovvero quelle a traffico intenso.
Superato il limite annuo di biossido di azoto (NO2) in appena una stazione (critica). Rispettato invece altrove il limite dei 18 superamenti annui. Ciò vuol dire che a Torino si respira bene? No, purtroppo. Si tratta però della prova evidente di come gli interventi attuati migliorino nel concreto la vita di tutti i cittadini.
Occorre sottolineare, inoltre, come il 2023 sia stato un anno caratterizzato da un clima più caldo e secco rispetto alla media del decennio precedente. Condizioni che hanno contribuito parzialmente a una migliore dispersione degli inquinanti, migliorando anche i dati raccolti ovviamente.
Quanto pesa il traffico
Il numero di auto a Torino e nella sua provincia continua ad aumentare. Rappresenta un problema gravoso per la qualità dell’aria, come evidenziano i dati raccolti. Il parco veicolare è aumentato del 17% dal 2007 a oggi. Per quanto riguarda il novero dei veicoli commerciali, invece, si parla di un +21%.
Ad aggravare la situazione è anche il fatto che una ricca porzione di mezzi commerciali leggeri sia datata. Più del 55% degli autocarri in circolazione, infatti, non presenta il filtro antiparticolato, trattandosi di modelli ante Euro 5. Ecco le parole del direttore generale di Arpa Piemonte, Barbero: “Il numero di giornate con concentrazioni medie giornaliere superiori al valore di 50 µg/m3 si è ridotto in tutti i punti di misura. (…) Un miglioramento della qualità dell’aria, anche se il rispetto dei limiti giornalieri per il PM10 e la media annuale per gli ossidi di azoto rimangono una criticità nell’agglomerato torinese”.
Nuove limitazioni necessarie
Come detto, le migliorie registrate non possono consentire di abbassare la guardia. Torino è una città ancora in preda a una crisi ambientale, è innegabile. Lo dimostra il fatto che, nonostante i dati incoraggianti dello scorso anno, si sia tornati a ricorrere al blocco del traffico (anche dei veicoli diesel Euro 5).
Una misura straordinaria, durata 5 giorni, al fine di dare respiro (è il caso di dirlo) alla cittadinanza. In seguito il ritorno alle misure ormai strutturali di limitazione del traffico, previste dal semaforo antismog, che ha valenza tanto a Torino quanto nei 32 Comuni dell’agglomerato.
Si parla di un sistema a tre colori, verde, giallo e rosso, che prevede differenti misure di limitazione del traffico, a seconda dei risultati dei controlli dell’Arpa in merito ai livelli di inquinamento (PM10).