Cosa sappiamo del documento inedito di OpenAI sull'intelligenza artificiale
Un documento inedito e mai pubblicato di OpenAI fa luce sui progressi dell'intelligenza artificiale: sta diventando sempre più autonoma e in grado di svolgere azioni complesse.
Un documento mai pubblicato di OpenAI sull’intelligenza artificiale pare abbia confermato il raggiungimento imminente di un traguardo che, fino a poco tempo fa, sembrava lontano, ovvero: siamo vicini allo sviluppo di una tecnologia capace di svolgere la maggior parte dei compiti meglio di un essere umano.
Cosa dice il documento inedito di OpenAI sull’intelligenza artificiale
Il documento, intitolato Five Levels of General AI Capabilities (cinque livelli di capacità dell’AI generale), si basa su un sistema a cinque gradini in grado di classificare i progressi dell’intelligenza artificiale, per capire quanto stia diventando “generale”, ovvero capace di fare un numero sempre maggiore di cose in modo autonomo.
Secondo una versione del documento, visionata da Wired Usa, la scala parte dal Livello 1 (livello in cui l’AI comprende e usa fluentemente il linguaggio per svolgere vari compiti) fino ad arrivare a livelli in cui può gestire in autonomia attività complesse e generali, superando le capacità umane in ambiti sempre più ampi.
Per esempio, al Livello 2 l’AI è capace di portare a termine compiti più complessi, che a un esperto umano richiederebbero un’ora o più. Nei livelli successivi (non dettagliati pubblicamente), l’intelligenza artificiale diventerebbe progressivamente più autonoma, competente e in grado di prendere decisioni sempre più sofisticate.
Il documento non indica date precise su quando OpenAI (o altri) potrebbero raggiungere i livelli superiori, ma spiega come ogni passo potrebbe trasformare settori come l’educazione, il lavoro, la scienza o la politica. Più l’AI progredisce, più potrebbero emergere rischi legati a un uso improprio o a un’eccessiva dipendenza dagli algoritmi.
In diverse interviste, Sam Altman, CEO di OpenAI, e il chief research officer Mark Chen hanno parlato di questa scala come di un modo per spiegare meglio, anche agli investitori, quanto velocemente si stia evolvendo la tecnologia. Secondo Altman, il modello o1 di OpenAI (una delle AI più potenti finora) potrebbe già essere a Livello 2 e il passaggio al Livello 3 potrebbe arrivare prima di quanto molti pensino.
Perché il documento non è mai stato pubblicato?
Secondo varie fonti, OpenAI aveva preparato tutto per pubblicare il paper: un copy editor stava revisionando il testo, erano state realizzate grafiche per un post sul blog ufficiale e alcuni dipendenti avevano presentato la ricerca in un evento interno. Il lavoro, insomma, era praticamente pronto.
Ma la pubblicazione è stata rimandata perché, internamente, si è aperta una discussione sul potenziale rischio che una definizione più precisa dei livelli dell’AI potesse rendere complicata la gestione dei rapporti con Microsoft, il principale partner commerciale di OpenAI. Altre fonti sostengono invece che il paper non sia uscito solo perché non rispettava ancora gli standard tecnici richiesti dall’azienda.
Che c’entra Microsoft con tutto questo?
OpenAI e Microsoft non sono solo partner tecnologici, ma hanno un accordo economico e strategico strettissimo: Microsoft ha investito più di 13 miliardi di dollari in OpenAI, ottenendo in cambio l’uso esclusivo delle tecnologie AI più avanzate all’interno del suo cloud Azure, oltre a integrare l’AI nei propri prodotti come Word, Teams o Bing.
Ma nel contratto tra le due aziende esiste una clausola particolare, ovvero: se OpenAI dichiarasse di aver raggiunto l’intelligenza artificiale generale (AGI), Microsoft perderebbe l’accesso ai modelli e alle tecnologie future. In altre parole, la definizione stessa di AGI non è solo una questione scientifica, ma un elemento chiave per il destino di un accordo multimiliardario.
Questo accordo era stato pensato inizialmente per tutelare OpenAI. La startup cioè voleva evitare che, una volta sviluppata un’intelligenza artificiale davvero generale e potentissima, un partner come Microsoft potesse “prendere tutto” o usarla senza limiti. Ma oggi, con i progressi rapidi dell’AI, questa clausola è diventata una questione spinosa.
Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, Microsoft vorrebbe modificare o eliminare questa clausola per garantirsi l’accesso anche in caso di AGI, mentre OpenAI potrebbe usare la possibilità di dichiarare l’AGI come leva negoziale.
Perché questa storia ci interessa
Il documento inedito di OpenAI è oggi interessante perché, di fatto, scandisce dei tempi di sviluppo dell’intelligenza artificiali sempre più veloci. Ci stiamo avvicinando sempre di più a un’AI potente, in grado di ragionare e, in molti casi, di sostituire le azioni umane più complesse.
Capire come i principali laboratori del mondo stanno misurando questi progressi aiuta a renderci conto di quanto velocemente stiamo avanzando e di come potrebbe cambiare il mondo intorno a noi.