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Justin, il prete-chatbot che battezza con il Gatorade

Un sito cattolico americano ha creato un chatbot vestito da prete che fa dichiarazioni blasfeme, confessa online e assegna pure le penitenze

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E’ bufera, nella comunità cattolica americana, a causa di “Father Justin“, un chatbot AI messo in piedi dagli autori del sito Web Catholic Answers. Justin ha le sembianze di un prete cattolico e risponde alle domande dei fedeli grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale, un po’ come ChatGPT o Google GeminiAI, solo che le risposte a volte sono letteralmente blasfeme.

Che cos’è Fr. Justin

Partiamo dal nome: Justin è stato scelto dal presidente di Catholic Answers, Christopher Check, in onore di San Giustino martire, Padre della Chiesa Cattolica, autore della prima descrizione del rito eucaristico, della Prima apologia dei cristiani e della Seconda apologia dei cristiani. Le intenzioni, quindi, erano ottime.

Dal punto di vista tecnico, invece, Fr. Justin (abbreviazione inglese per “Padre Justin“), è a tutti gli effetti un chatbot. Quindi è un insieme di algoritmi, un modello AI opportunamente addestrato per rispondere alle domande degli utenti.

Le risposte sono vocali, grazie ad un sintetizzatore che va in sincro con un’immagine 3D, di qualità discutibile, creata con il motore grafico Unity, lo stesso usato per realizzare decine e decine di videogame.

Gli utenti, invece, sono i lettori di Catholic Answers che, come il nome del sito lascia già intuire, dovrebbero usare Padre Justin quando cercano risposte sui loro dubbi in fatto di fede.

L’addestramento degli algoritmi di Justin è stato fatto su tutti i testi sacri e sui contenuti del sito Catholic Answers. Questo, secondo gli sviluppatori del chatbot, doveva bastare a garantire l’ortodossia e la correttezza logica delle risposte. Ma gli sviluppatori si sono sbagliati, e di un bel po’.

Battezzare con il Gatorade

The Pillar Catholic, altra pubblicazione online cattolica americana, ha “giocato” un po’ con Padre Justin e ha ottenuto delle risposte che, se non fossero blasfeme, sarebbero da morir da ridere.

Alla domanda “Posso battezzare mio figlio con il Gatorade, in caso di emergenza?“, il prete virtuale ha risposto candidamente di sì.

Ma non solo: facendo le giuste domande è possibile confessarsi online con il prete avatar e ottenere persino un’assoluzione e un tot di Padre Nostro e Ave Maria da recitare per espiare i peccati.

Per non parlare delle tante risposte sessiste e per la visione della donna decisamente arretrata offerta da questo chatbot.

Insomma: Padre Justin non ne azzecca una e scontenta tutti ma, soprattutto, imbarazza la Chiesa Cattolica.

Niente Padre, solo Justin

Apriti cielo, è veramente il caso di dirlo per descrivere l’indignazione causata in moltissimi americani, cattolici e non solo, quando si è diffusa la notizia delle castronerie pronunciate dal prete virtuale.

La risposta di Catholic Answers, però, non è stata quella di ritirare il chatbot, chiedendo semplicemente scusa per l’errore. Al contrario, Justin esiste ancora ed è tuttora utilizzabile, solo che non è più un prete, ma un laico in abiti civili.

Secondo il presidente Check, tra l’altro, “Non ci sono cose cattive, ma solo cattivi usi delle cose“. Così il chatbot resta, anche se cambia vestito: “Non vogliamo che il personaggio distragga dall’importante scopo dell’applicazione, che è quello di dare risposte alle domande sulla fede cattolica in un modo innovativo che fa buon uso dell’intelligenza artificiale“.

Sul cambio d’abito, invece, Check prova a salvarsi in corner: “Non diremmo che è stato laicizzato, perché non è mai stato un prete in carne ed ossa“.

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