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I chatbot AI sono un pericolo per i tradizionali motori di ricerca?

I chatbot AI stanno cambiando per sempre le modalità di ricerca sul web e, in futuro, questo potrebbe rappresentare un pericolo per i classici motori di ricerca

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google Fonte foto: PixieMe / Shutterstock.com

L’intelligenza artificiale generativa e i chatbot sono due tecnologie in rapidissima espansione e gli esperti del settore temono che il loro arrivo sul mercato possa rappresentare un pericolo per i motori di ricerca. La risposta arriva da un’analisi condivisa da OneLittleWeb, società specializzata nella consulenza SEO, che ha evidenziato i volumi di traffico dei principali search engine e quelli dei chatbot IA, mostrando chiaramente una netta predominanza (almeno per il momento) dei primi.

Motori di ricerca VS chatbot, sfida per la conquista del web

Dai dati condivisi da OneLittleWeb si vede chiaramente che i dieci principali motori di ricerca al mondo hanno raccolto in media 155 miliardi di visite al mese mentre i chatbot AI si sono fermati a circa 4 miliardi. Una disparità più che evidente che non fa che sottolineare che (per adesso) le modalità di ricerca tradizionali rimangono le preferite dalla maggior parte degli utenti.

Google, al solito, si conferma come lo strumento preferito dalle persone, con 1.600 miliardi di visite solo nel mese di marzo 2025, una quota pari a quasi il 90% del totale generato dai motori di ricerca. In seconda posizione Bing di Microsoft fermo a 60 miliardi di visite, registrando però una crescita significativa del +27,7% su base annua.

Per quanto riguarda i chatbot AI, ChatGPT si conferma al primo posto con ben 47,7 miliardi di visite, pari a circa l’87% del traffico globale attribuibile tool del genere. Seguono DeepSeek e Gemini entrambi con circa 1,7 miliardi di visite mensili.

Dai dati condivisi emerge, però, che nonostante il netto predominio dei motori di ricerca, questi hanno registrato una leggera flessione annua (-0,51%), mentre i chatbot hanno registrato una crescita imponente del +80,9%, con picchi eccezionali come quello di DeepSeek (+113.007% di traffico rispetto all’anno precedente).

Come cambiano le ricerche sul web

L’AI generativa, pur in forte espansione, resta ancora un settore in fase di consolidamento, rappresentando solo il 3% del traffico totale legato alla ricerca e all’informazione. Il loro impatto, insomma, seppur molto importante resta ancora molto contenuto rispetto ai classici motori di ricerca classici che rimangono ancora lo strumento principale per la navigazione web e la consultazione di informazioni.

Questo divario, però, è dovuto anche a una certa differenza tecnologica, con i motori di ricerca che già da molti anni sono integrati nei browser, nei sistemi operativi e nei dispositivi mobili e sono ormai diventati un’interfaccia d’uso quotidiana per miliardi di utenti.

I chatbot, invece, richiedono un’interazione più attiva e consapevole e richiedono app dedicate o portali specifici che non tutti utilizzano o sono in grado di utilizzare.

Da un lato, insomma, l’intelligenza artificiale mostra forti segnali di crescita, dall’altro è evidente che, per ora, non rappresenta ancora una minaccia concreta per i motori di ricerca. Tuttavia, il settore sta cambiando rapidamente e ne è la prova tangibie la crescita di strumenti come Gemini, ChatGPT e DeepSeek che stanno guadagnando rapidamente terreno e potrebbero ridisegnare il futuro del traffico web e loro vantaggio, spingendo magari anche i classici strumenti per la navigazione sul web a rinnovarsi per restare competitivi.