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L'intelligenza artificiale può davvero capire le emozioni umane?

Secondo un recente studio, l’intelligenza artificiale sta iniziando a comprendere le emozioni umane. Ma è davvero possibile schematizzare le risposte emotive?

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Secondo nuove ricerche l’intelligenza artificiale sta iniziando a comprendere le emozioni e, nel giro di poco tempo, potrebbe riuscirci meglio degli esseri umani. Uno studio recente condotto dall’Università di Ginevra e dall’Università di Berna ha messo alla prova diversi modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) tra cui ChatGPT-4, ChatGPT-o1, Gemini 1.5 Flash, Claude 3.5 Haiku, Copilot 365 e DeepSeek V3, con test di intelligenza emotiva.

L’obiettivo dei test era confrontare le prestazioni dell’AI con quelle dei soggetti umani e valutare la capacità dell’intelligenza artificiale di generare nuove domande di test valide per la misurazione dell’intelligenza emotiva.

L’AI è davvero in grado di comprendere le emozioni

I risultati sono stati sorprendenti e gli LLM hanno selezionato la risposta corretta nei test di intelligenza emotiva nell’81% dei casi. Per quanto riguarda gli esseri umani, invece, solo il 56% ha superato i medesimi test.

Questo suggerisce che, in un contesto strutturato e a risposta multipla, l’AI già dimostra una notevole capacità di comprendere le emozioni o, quantomeno, di identificare le risposte emotivamente più appropriate.

Nonostante questi risultati evidentemente stupefacenti, gli esperti del settore invitano a una riflessione più profonda sulla metodologia e sulle implicazioni di tali scoperte. Bisogna, infatti, fermarsi a riflettere sulla natura a risposta multipla dei test che, seppur molto utili per la ricerca, difficilmente riflettono la complessità e la dinamicità delle interazioni emotive reali.

Secondo gli studiosi, infatti, gli esseri umani non sempre concordano su ciò che provano gli altri e addirittura gli psicologi possono interpretare i segnali emotivi in modo diverso. Il fatto che l’AI abbia battuto l’essere umano in un test, dunque, non significa necessariamente che abbia una comprensione più profonda, ma piuttosto che ha dato la risposta statisticamente più attesa.

Bisogna pensare, infatti, che i sistemi di AI sono ottimi per riconoscere la schematicità delle cose e, quando i segnali emotivi seguono una struttura riconoscibile (come espressioni facciali o segnali linguistici), per questi strumenti è più semplice individuarli.

L’intelligenza artificiale, insomma, ha la meglio in ambienti strutturati e quantitativi ma non è ancora in grado di apprezzare le sfumature profonde richieste dalla vera comprensione emotiva.

Scenari futuri per la comprensione delle emozioni

Nonostante i risultati dei test di cui sopra siano già molto interessanti, l’AI non è ancora in grado di comprendere le emozioni. È capace di interpretare schemi e segnali arrivando a identificare uno stato emotivo ma, per il momento, non riesce ad andare oltre questo e si limita a seguire uno schema e agire di conseguenza.

Sono in corso ulteriori test al riguardo e, in certi casi, l’intelligenza artificiale ha avuto (quella che sembra essere) una risposta empatica a determinate situazioni (come un lutto improvviso, ad esempio) ma, come ben noto a tutti gli esseri umani, il complesso scenario emotivo delle persone non può essere semplificato con un test a risposta multipla e comprendere le emozioni in un contesto reale può essere ben più difficile.

Quindi, sì, in particolari situazioni controllate l’AI è in grado di capire gli stati emotivi e spesso ci riesce meglio degli esseri umani. Ma andando oltre gli schemi e l’identificazione della risposta più appropriata in uno specifico contesto, l’empatia umana, con le sue sfumature e la sua capacità di muoversi all’interno di situazioni complesse e non convenzionali, rimane una sfida significativa per i sistemi di intelligenza artificiale che, almeno per il momento, non sono ancora in grado di gestire.

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