Il settore dove il valore dell'Intelligenza Artificiale è destinato a esplodere
Ecco perché e come l'Intelligenza Artificiale è destinata a esplodere nel settore agroalimentare e della ristorazione: come sta cambiando le carte in tavola già oggi.

Nel giro di cinque anni il valore dell’Intelligenza Artificiale (AI) applicata al settore alimentare è destinato a quintuplicare: da 8,2 miliardi di dollari nel 2023 a oltre 43 miliardi nel 2028. Non è una proiezione astratta, ma il dato emerso da un’analisi del Team Innovation di PwC Italia, che traccia con precisione la traiettoria evolutiva di una delle trasformazioni tecnologiche più impattanti per le PMI della filiera agroalimentare e della ristorazione.
Intelligenza Artificiale applicata nel settore agroalimentare, un’opportunità per le PMI
L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia riservata a colossi industriali o startup d’avanguardia, al contrario, oggi rappresenta una concreta opportunità anche per le piccole e medie imprese del settore agroalimentare. Se fino a poco tempo fa l’AI veniva osservata con un misto di interesse e scetticismo, oggi le PMI possono — e devono — considerarla uno strumento strategico per ottimizzare i processi, aumentare la competitività e rispondere in modo più agile alle esigenze del mercato.
Uno degli ambiti in cui l’adozione dell’AI è già in atto è la logistica, che rappresenta oggi oltre un terzo del mercato (il 34,5%) dell’intelligenza artificiale applicata al food grazie all’integrazione di sistemi automatizzati, gli strumenti di ispezione visiva e le soluzioni per il packaging intelligente che stanno trasformando radicalmente la gestione dei magazzini e delle consegne, garantendo maggiore efficienza, tempestività e controllo lungo la catena di fornitura.
Ma la vera rivoluzione nei prossimi anni riguarderà il controllo qualità. Alimentata da normative sempre più stringenti e dalla crescente domanda di trasparenza da parte dei consumatori, l’innovazione punterà su algoritmi avanzati per la tracciabilità, piattaforme predittive per la manutenzione degli impianti e soluzioni intelligenti per il monitoraggio in tempo reale. Per le PMI della trasformazione alimentare, queste tecnologie non saranno più un’opzione accessoria, ma una leva indispensabile per garantire standard elevati, sostenibilità e affidabilità.
Investire oggi in AI significa quindi prepararsi a un mercato più esigente, più interconnesso e più orientato alla qualità. Un’occasione da cogliere subito, per non restare indietro.
Come e dove cambia il mestiere dell’imprenditore
L’AI non si limita a migliorare l’efficienza operativa. Sta cambiando anche il modo di fare impresa, dall’agricoltura alla ristorazione. Nell’agricoltura di precisione, ad esempio, l’uso di dati e algoritmi consente di ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare i raccolti. Nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità, l’intelligenza artificiale generativa è già utilizzata per creare contenuti marketing, progettare menù, redigere listini e pianificare eventi. E nei casi più avanzati, come quello del “Cyber Burger” ideato dall’AI per Carne&Trita, l’innovazione entra persino nel processo creativo del prodotto.
Per le PMI, il nodo non è solo “se” adottare l’AI, ma “come” farlo in modo strategico, senza snaturare il proprio modello ma potenziandolo. Le tecnologie ci sono, il mercato si sta aprendo, i costi diventano più accessibili. Serve ora un cambio culturale e un accompagnamento concreto, con incentivi, formazione mirata e supporto consulenziale, soprattutto per le aziende della manifattura alimentare, della logistica e della ristorazione che vogliono restare competitive.
Chi coglie per primo questa trasformazione, avrà un vantaggio non solo tecnologico, ma anche di visione. L’Intelligenza Artificiale non è il futuro ma un presente che accelera. E per le PMI del food, può essere la chiave per crescere, innovare e resistere alle sfide di un mercato sempre più globale, veloce e interconnesso.