L'intelligenza artificiale è in grado di comporre musica, ma a che prezzo?
Crescono i brani creati dall’intelligenza artificiale. Gli artisti si interrogano sul futuro della musica e sul copyright in un contesto dominato da algoritmi
L’intelligenza artificiale è un tema ricorrente nel settore della produttività ma negli ultimi anni è diventato centrale anche per l’intrattenimento e la creatività. Non stupisce, dunque, che anche la musica generata dall’AI si sta ritagliando il suo spazio nel panorama dello streaming online.
A dare conferma della cosa è stato Deezer, che ha dichiarato che circa il 18% dei brani caricati sulla piattaforma sono creati interamente dall’AI. Un dato importante, che da un lato testimonia la rapidissima diffusione di contenuti di questo genere e dall’altro, indica chiaramente le nuove sfide che il settore musicale è chiamato ad affrontare.
Musica e AI, un fenomeno in crescita
Secondo i dati riportati da Deezer, sulla piattaforma vengono caricati più di 20 mila nuovi brani generati dall’intelligenza artificiale ogni giorno. Si tratta di una cifra raddoppiata rispetto a quattro mesi fa e un chiaro segnale di un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale.
Per far fronte alla cosa, il servizio di streaming ha introdotto uno strumento di rilevamento (attivo da gennaio 2024) sviluppato appositamente per identificare e classificare i brani realizzati con AI, con l’obiettivo di evitare che questi contenuti finiscano automaticamente nelle raccomandazioni dell’algoritmo per gli abbonanti, garantendo loro un livello qualitativo e una selezione coerente con le loro aspettative.
Ma oltre alle “questioni pratiche”, la crescita esponenziale della musica generata con l’AI ha acceso anche un acceso dibattito legale e culturale con molte delle grandi etichette discografiche come Universal Music Group, Warner Music Group e Sony Music che hanno già avviato cause legali contro strumenti di generazione musicale come Suno e Udio. L’accusa principale è quella di utilizzare materiali protetti da copyright per l’addestramento dei propri modelli.
Per tale motivo, lo strumento di rilevamento di Deezer diventa ancora più importante per identificare i contenuti prodotti da questi strumenti controversi, aiutando così a proteggere il catalogo musicale degli artisti che “sono serviti da fonte di ispirazione”.
Ma come accade spesso quando si parla di intelligenza artificiale e diritto d’autore, la questione è ancora spinosa e, in assenza di una normativa apposita, il terreno è ancora piuttosto accidentato e i dubbi al riguardo sono ancora molti.
L’AI minaccia la creatività umana?
Ma se da un lato le case discografiche cercano di tutelare i propri interessi, dall’altra anche molti artisti si dicono preoccupati dell’esplosione di contenuti generati dall’AI. Tra questi ci sono Billie Eilish, Nicki Minaj e Stevie Wonder che hanno già firmato una lettera aperta per denunciare l’impatto potenzialmente distruttivo della musica generata dall’AI.
Il fulcro di questa raccolta firme è, essenzialmente, mettere in guardia le persone dall’uso non regolamentato dell’intelligenza artificiale che può “sabotare la creatività” e “mettere all’angolo gli artisti umani”, avvantaggiando i sistemi che riciclano contenuti preesistenti senza rispettarne la paternità o il contesto culturale in cui sono nati.
Un discorso simile nel cinema, dove gli scioperi di sceneggiatori e attori contro l’AI non ha fatto che evidenziare un problema che da qui ai prossimi anni dovrà necessariamente essere risolto con una rigida regolamentazione.
La crescita incontrollata dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale, dunque, porta alla luce questioni urgenti e complesse che riguardano una equa remunerazione agli artisti e gli strumenti per distinguere ciò che è umano da ciò che è artificiale.
La questione è seria e, al momento, non ci sono soluzioni per risolvere la cosa. Bisogna, però, intervenire quanto prima e definire sin da ora quale sarà il ruolo dell’arte e dell’espressività umana in un contesto dominato da algoritmi in grado ormai di “imitare” anche la creatività.