L'onda anomala più alta di sempre: dove si è registrato il record
Misurava 17,6 metri e si è sollevata, potente e spaventosa nelle acque al largo di Ucluelet, nella Colombia britannica: oggi è ufficialmente stata "fregiata" del titolo di onda anomala più alta di sempre
È uno dei fenomeni marini più misteriosi al mondo, oltreché uno dei più pericolosi: l’onda anomala in mare aperto può letteralmente travolgere enormi navi e trascinarle nelle profondità degli abissi. A lungo, si è ritenuto che fossero frutto dell’immaginazione dei marinai, ma con il passare del tempo (e l’affinamento degli strumenti tecnologici a disposizione della scienza) se ne è attestata la potenza distruttiva.
Addirittura adesso siamo in grado di dire qual è (finora) l’onda anomala più alta di sempre: ci sono voluti due anni di studi e molta, moltissima ricerca per identificarla, ma si sarebbe sollevata a novembre 2020 nell’Oceano Pacifico, precisamente nelle acque al largo di Ucluelet, nella Colombia britannica.
Gli strani segnali nel Pacifico
Dunque, correva il 2020 e il mondo stava ancora fronteggiando la pandemia, quando gli oceanografi hanno rilevato una serie di movimenti sospetti che hanno fatto pensare a un’onda anomala. A registrare gli strani segnali è stata una boa meccanizzata, facente parte di una rete di sensori marini usati dalla piattaforma CoastAware di MarineLabs per analizzare tutto ciò che succede nell’Oceano. Sul momento, nulla era certo: occorreva che i dati fossero elaborati e studiati prima di poter giungere a una conclusione.
In più, considerando che ancora oggi è impossibile piazzare degli strumenti di ripresa audiovisiva nell’oceano (e in generale in mare) non c’era possibilità di “vedere” cosa era davvero successo. Tuttavia, dei controlli incrociati hanno rilevato che anche altre boe meccanizzate e all’avanguardia, sempre appartenenti a MarineLabs ma dispiegate presso l’Amphitrite Bank, a circa sette chilometri al largo di Ucluelet, avevano registrato dei segnali molto particolari. Che, per altro, sono stati decisivi.
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L’onda anomala e la sua registrazione
I dati delle boe meccanizzate di Amphitrite Bank sono stati presi accuratamente in esame. Per capire la grande mole di numeri registrati, occorre pensare che questo tipo di dispositivo situato in mare, oltre ad autoalimentarsi grazie all’energia solare e al vento, è in grado di protocollare e schedare tutto ciò che riguarda la pressione, l’orientamento e i parametri fisici, chimici e biologici dell’acqua, comprese temperatura, salinità, clorinità e tempo di evaporazione.
Per questo ci sono voluti ben due anni per arrivare alla conclusione che quella registrata era davvero un’onda anomala, di cui, adesso, conosciamo anche l’altezza: ben 17,6 metri, tanti quanti un edificio di quattro piani. Secondo gli esperti che hanno analizzato i dati (pubblicati sulla rivista Scientific Reports), si tratta davvero dell’onda anomala più alta ed estrema mai registrata.
La ricorrenza delle onde anomale
Come abbiamo già detto, le onde anomale sono dei fenomeni misteriosi: non se n’è ancora capita l’origine, non si sa come nascano né da dove. Gli scienziati che hanno dato una “forma” a quella di Ucluelet hanno sottolineato che poche onde del genere sono state rilevate direttamente e mai nessuna di questa portata. In più, hanno affermato che la probabilità che si verifichi un evento del genere è una volta ogni 1.300 anni, il che è rassicurante.
Infatti, l’imprevedibilità delle onde anomale e la loro potenza (sono dei veri e propri “muri d’acqua”) possono renderle incredibilmente pericolose per non solo per le navi e in generale per le operazioni marittime, ma per chiunque: se dovessero abbattersi vicino a una costa, i danni sarebbero a dir poco inimmaginabili. I dati raccolti dalle boe meccanizzate sono solo un punto di partenza c’è infatti ancora tanta strada da fare per comprenderle e, eventualmente, prevenirle.