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Sono tutti emersi dall'Oceano: tra l'affascinante e l'incredibile

Grazie a una campagna scientifica condotta dall'agenzia americana NOAA è stato possibile individuare nell'Oceano tante incredibili specie

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John Fitzgerald Kennedy amava ripetere come ognuno di noi fosse legato all’Oceano. Forse è per questo motivo che ogni scoperta che riguarda queste acque finisce per emozionare e lasciare stupefatti. In poche parole, non ci si abitua mai a quello che riservano queste profondità, piene di sorprese, grazie anche al lavoro di agenzie specializzate come la NOAA.

La National Oceanic and Atmospheric Administration si occupa di oceanografia, climatologia e meteorologia dal lontano 1970 e di recente ha individuato specie molto particolari proprio nell’oceano. Si sta parlando di una campagna condotta nel 2019, nello specifico una delle attività condotte nell’ambito del programma noto come “Teacher at Sea”.

Dal 1990, infatti, diversi educatori si danno da fare a bordo delle navi di ricerca per approfondire l’Oceano e tutte le sue caratteristiche. La possibilità di navigare e lavorare al fianco degli scienziati della NOAA è ghiotta come non mai, se poi i risultati sono quelli ufficializzati tre anni fa, allora si capisce perché questa iniziativa abbia tanto successo. La missione di cui si sta parlando si è concentrata sul Golfo dell’Alaska e tra le specie insolite va sicuramente annoverato anche il cosiddetto “pesce coltello”. I ricercatori si sono detti stupiti della sua presenza, ma in realtà ne sono state individuate quantità notevoli. A rendere il tutto ancora più emozionante, poi, ci ha pensato la presenza della Zaprora silenus.

Le meraviglie dell’oceano

Si tratta dell’unico rappresentante della famiglia Zaproridae e il suo aspetto non può ingannare. In effetti, gli stessi ricercatori della NOAA in azione in questa parte dell’Oceano hanno sottolineato come fosse malleabile e viscido. Il corpo tozzo e la testa vagamente tonda lo rendono alquanto “simpatico”, anche se poco utile per degli approfondimenti dal punto di vista scientifico. Molto più stimolanti si sono rivelate le meduse. Tra gli esemplari individuati nel corso della missione del 2019, scienziati e volontari si sono imbattuti nella cosiddetta Aequorea, fragile e delicata, dunque da maneggiare con la massima cura, oltre a esemplari di Aurelia labiata e della splendida Cyanea capillata, la più grande in assoluto.

Cos’altro ha riservato l’oceano

L’elenco di quanto scoperto nell’Oceano tre anni fa continua con una specie dal nome piuttosto inquietante. Il succhiasangue incute paura già con questo vezzeggiativo poco rassicurante, ma in realtà si tratta di una lampreda di mare, tra i predatori più temuti delle acque. La sua tipica ventosa è senza dubbio il tratto distintivo dell’animale, senza dimenticare i denti aguzzi che gli permettono di cibarsi di altri pesci marini e di acqua dolce, tra cui le trote, i salmoni, le aringhe e persino alcuni squali (nel dubbio è meglio starne alla larga).

Il programma di ricerca della NOAA si è bloccato inevitabilmente con la pandemia da coronavirus, salvo poi riprendere proprio negli ultimi mesi. Il ricordo di tutte queste specie che l’Oceano ha permesso di vedere più da vicino è ancora molto fresco e l’obiettivo delle prossime campagne sarà proprio quello di scoprirne altre ancora, magari più insolite di quelle appena elencate. Le imbarcazioni dell’agenzia americana sono pronte a salpare e agli appassionati di questa materia non rimarrà che attendere per saperne di più sulle incredibili meraviglie che soltanto il mare sa riservare.