Dal lago riemergono fossili rarissimi, ma non è un buon segno
Da un lago sono riemersi resti fossili rarissimi: se da un lato questa scoperta è davvero preziosa, dall'altro purtroppo non rappresenta un buon segno per noi.
Centinaia di chili di roccia contenenti preziosi resti fossili dell’epoca giurassica: è questo il bilancio di una delle più importanti operazioni paleontologiche degli ultimi tempi, avvenuta negli Stati Uniti. Gli esperti hanno ritrovato materiale rarissimo in un lago che si sta prosciugando rapidamente. E sebbene la scoperta sia davvero entusiasmante, ciò che sta accadendo non è affatto un buon segno e dovremmo iniziare a preoccuparci.
La scoperta avvenuta nel Lago Powell
Prima che l’uomo lasciasse la sua impronta sulla terra, il nostro pianeta era popolato da tante altre specie animali e vegetali, di cui – nella maggior parte dei casi – non resta che qualche rara testimonianza. Per questo, scoprire nuovi resti fossili appartenuti a quell’era geologica è qualcosa di davvero sensazionale: un team di paleontologi del St. George Dinosaur Discovery Site, presso la Johnson Farm, ha recentemente trovato una quantità impressionante di teschi, denti e decine di altre ossa di tritilodonti, animali erbivori strettamente legati ai primi mammiferi.
La scoperta è avvenuta tra le rocce di arenaria che caratterizzano le pareti del lago Powell, un grande bacino d’acqua dolce situato al confine tra Arizona e Utah. I resti fossili sono rimasti nascosti in questo luogo per oltre 180 milioni di anni, ma durante la primavera sono tornati alla luce a causa di un grave episodio di siccità. Il fiume Colorado, le cui acque alimentano il lago, sta vivendo un periodo di preoccupante crisi idrica, che si è allentata solamente per qualche settimana, grazie allo scioglimento delle nevi nel Glen Canyon.
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Perché questa scoperta non è un buon segno
Per i paleontologi, il ritrovamento di fossili avvenuto presso il lago Powell è senza dubbio un avvenimento emozionante ed estremamente importante: è davvero raro individuare questo genere di resti, soprattutto in quantità così abbondanti – avranno di che studiare per anni. Ma il modo in cui tale scoperta è avvenuta non è certo un buon segno. Le ossa di tritilodonti sarebbero rimaste ancora ben protette tra le rocce, se la siccità non avesse colpito così duramente la regione, per via dei cambiamenti climatici.
In effetti, del lago Powell resta ben poco: la sua superficie si è ridotta di quasi due terzi e nell’estate 2022 ha raggiunto il livello più basso d’acqua mai segnato sin dal 1963 – anno in cui, grazie alla costruzione della vicina diga sul fiume Colorado, il bacino artificiale è stato creato e quindi riempito. Purtroppo, il riscaldamento globale continua ad avanzare imperterrito con le sue terribili conseguenze. Dall’aumento delle temperature degli oceani allo scioglimento sempre più rapido dei ghiacciai, dalle estati ormai divenute roventi e infinite al grave problema della siccità.
La scoperta avvenuta sul lago Powell è solo uno dei tanti segnali che ci dovrebbero mettere in allarme: al di là dell’importanza del ritrovamento, infatti, è preoccupante che il livello dell’acqua continui ad abbassarsi – e, secondo le previsioni degli esperti, la rotta non si invertirà presto. Dovremmo davvero adottare cambiamenti radicali per frenare questi fenomeni sempre più frequenti e gravi, prima che sia troppo tardi. Ma sembra essere un problema al quale trovare una soluzione è arduo e impegnativo.