Trovati i resti di un fossile di animale predatore con tre occhi: la scoperta
Cos'è il Mosura fentoni? Ecco tutte le caratteristiche di questa antica specie risalente a 500 milioni di anni fa. Perché aveva un terzo occhio?

È stata effettuata una scoperta straordinaria in Canada, precisamente ad Alberta. Ha portato alla luce un antico “cacciatore” marino, che risale a più di 500 milioni di anni fa. Il minuscolo fossile di Mosura fentoni offre nuovi spunti sul ruolo dei radiodonti nell’evoluzione degli artropodi. Ciò mette in luce adattamenti che, sorprendentemente, alcuni crostacei e aracnidi moderni hanno sviluppato indipendentemente milioni di anni dopo.
L’importanza evolutiva dei radiodonti
Quando si parla di radiodonti, si fa riferimento a un gruppo di artropodi che vissero tra 520 e 400 milioni di anni fa. Di fatto nel corso dell’esplosione cambriana. Ne fanno parte specie celebri come Anomalocaris, in grado di raggiungere mezzo metro di lunghezza (la maggior parte era però molto più piccola).
Sono organismi considerati “stem-group”, perché si dipartirono prima dell’antenato comune degli artropodi moderni. Presentavano un corpo unico, con occhi composti e un’unica coppia di appendici articolate. Combinavano tratti noti agli attuali artropodi con caratteristiche perdute nel tempo.
La scoperta di Mosura fentoni dal terzo occhio
I paleontologi Jean-Bernard Caron e Joe Moysiuk hanno battezzato il nuovo genere ispirandosi a Mothra (enorme kaigu della saga di Godzilla). Il motivo? Il suo aspetto ricorda una “farfalla di mare”.
Il fossile è lungo pochi centimetri. Proviene da letti fossiliferi canadesi molto ricchi di esemplari cambriani. Studiando la morfologia di Mosura fentoni, i ricercatori hanno individuato adattamenti sofisticati per la caccia. Ciò suggerisce che questo piccolo radiodonte fosse un predatore specializzato in prede simili a dei gamberetti.
Scendendo nei dettagli, M. fentoni si muoveva utilizzando file di pinne laterali, che gli consentivano manovre agili e silenziose nell’acqua. Le appendici anteriori erano perfette per afferrare prede molli, sfruttando dei segmenti uncinati.
Ciò rappresenta un dettaglio molto importante, perché evitava la competizione con parenti più grandi, come l’Anomalocaris. Un elemento cardine è poi il cosiddetto “occhio mediano”. Si tratta di un organo fotorecettore, in grado di percepire variazioni di luce e il panorama sottomarino. Qualcosa di simile a quello delle libellule e altri artropodi moderni. Suggerisce un ruolo cruciale nell’orientamento durante la caccia ad alta velocità.
Caratteristiche fisiche
Uno degli aspetti più affascinanti, invece, riguarda le “tonguelette”. Si tratta di macchie scure e riflettenti nel torace. Sono state interpretate come lacune del sistema circolatorio. Il fatto di poterci avvantaggiare di una preservazione eccezionale, consente di identificarle come residui dei lacune che, nelle forme di oggi, raccolgono l’emolinfa in un sistema circolatorio aperto.
Tale scoperta ci conferma come i radiodonti possedessero una circolazione interna ben strutturata. Analoghe tracce osservate in altri fossili, dunque, possono essere ricondotte allo stesso sistema.
Un’ulteriore peculiarità di M. fentoni, è l’organizzazione posteriore del corpo. Sono stati rilevati dei segmenti con meno pinne ma, al tempo stesso, con branchie più fitte. Un tipo di configurazione che ricorda l’opisthosoma dei limuli, ovvero i “granchi a ferro di cavallo”.
Non indica di certo una parentela diretta, ma rappresenta un esempio di convergenza evolutiva, dove forme lontane sperimentano soluzioni simili per adattarsi a condizioni ambientali analoghe.
“Mosura ci mostra quanto fossero già diversificati e sofisticati questi antichi artropodi”, sottolinea Jean-Bernard Caron. “E ci ricorda che l’evoluzione, anche in terra e in mare, ama sperimentare e ripetersi, offrendo soluzioni straordinariamente analoghe in epoche e gruppi distanti”.