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Il lavoro? È un hobby per quasi 9 sviluppatori su 10

Codemotion racconta il mondo degli sviluppatori, fra abilità e grandi sorprese da non perdere

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Fonte: Codemotion

Il lavoro può diventare un hobby? La risposta è sì per ben 9 sviluppatori su 10. Per questi professionisti infatti lavorare è una passione, perciò si dedicano alla programmazione anche dopo l’orario d’ufficio.

Secondo un’indagine di Codemotion la maggior parte dei developer (85%) ha trovato la felicità sul posto di lavoro. Molti però vorrebbero avere la possibilità di ricevere uno stipendio più alto (26%), sognano di poter crescere professionalmente in team (21%) e di avere mansioni più stimolanti (17%). Altri desideri? Un ambiente di lavoro stimolante e perfetto per l’apprendimento (16%), oltre alla possibilità di lavorare da remoto (15%).

L’indagine, intitolata “Il quadrato dei developer”, è stata promossa da Codemotion, piattaforma fondamentale per la crescita degli sviluppatori e punto di riferimento per le aziende che cercano nuovi talenti del settore tecnologico. A realizzare lo studio Gli Squadrati, realtà specializzata in analisi semiotiche, con lo scopo di aiutare le imprese a conoscere meglio i professionisti e il mercato del lavoro.

“L’indagine evidenzia come gli sviluppatori siano una categoria di professionisti che ama svolgere il proprio lavoro con passione, al meglio delle proprie possibilità, in un ambiente che offra loro possibilità di apprendimento e crescita – spiega Chiara Russo, CEO e Co-Fondatrice di Codemotion -. Le imprese che vogliono vincere la competizione e attrarre i migliori developer devono, quindi, saper offrire ciò che essi realmente cercano: incarichi e retribuzioni adeguate alla loro professionalità, in un ambiente stimolante”.

Chi sono gli sviluppatori

Codemotion ha fotografato l’immagine degli sviluppatori italiani, divisi equamente fra Nord ovest/Nord est, Centro, Sud e Isole. Il 77% dei developer lavora come dipendente, nello specifico come Full Stack Developer (39%), Back End Developer (20%) e Front End Developer (14%). Sette su dieci hanno appreso la professione come autodidatta, il 57% all’università, il 52% come apprendista, mentre il 51% ha avuto una formazione grazie ai corsi online. Gli strumenti più utili? La formazione e l’aggiornamento grazie a blog, siti di informazione webinar, libri e profili social.

Spazio alle sviluppatrici

Cresce il numero di sviluppatrici, dotate di capacità di pianificazione e analisi. Le developer considerano fondamentale la capacità di individuare soluzioni efficaci, ma anche lavorare in team, comunicare con i colleghi e i clienti. Il 55% si aggiorna grazie ad eventi del settore, mentre il 48% segue corsi.

I tipi di developer

L’indagine ha consentito di individuare quattro tipologie di developer. Le soft skill più importanti? Soluzioni creative, lavoro in team e pianificazione. I più numerosi sono i Radical Geek; sono residenti al Sud, hanno un’esperienza dai 3 agli 8 anni, e sono appassionati moderatamente al lavoro.

Troviamo poi i Crazy Bit Manipulator, caratterizzati dall’abilità di ideare delle soluzioni creative. Sono residenti nel Nord Est e liberi professionisti, super appassionati di programmazione. I Knowledge Dispenser sono invece orientati all’ascolto. Si tratta di sviluppatori con una esperienza maggiore di 12 anni, dipendenti e con una laurea triennale.

Infine troviamo i Chief Trouble Solver, in grado di realizzare tutte le richieste del team. In questo gruppo troviamo soprattutto donne, abili nell’apprendere e appassionate.

Contenuto offerto da Codemotion.

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