È ritornato il lupo sulle colline di Pisa, si credeva estinto
La storia dei lupi nelle colline pisane: ecco i tre eventi che li hanno posti a rischio estinzione e fatti tornare
Per quanto possa sembrare incredibile, il lupo ha fatto ritorno sulle colline di Pisa. Ecco, in estrema sintesi, la conclusione di uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. Vediamo nel dettaglio cos’è accaduto e perché questa notizia ha dell’incredibile.
Pisa: il ritorno dei lupi
Una ricerca scientifica ha smentito ciò che gli esperti credevano fosse certo, ovvero che il lupo fosse in una fase di estinzione, già dall’immediato secondo dopoguerra. Il tutto circoscritto all’area del pisano, dove la sua presenza, stupefacente, è addirittura la più alta mai attestata da oltre tre secoli.
Lo studio dell’Università di Pisa è stato di recente pubblicato su Human Dimensions of WIldlife. La ricerca ha di fatto tracciato l’evoluzione della presenza dell’animale nell’area specifica delle colline pisane. Lo sguardo è andato dal XVII al XXI secolo. Si è tenuto conto delle trasformazioni socio-economiche, ambientali e culturali del territorio, così da ottenere dati specifici sull’impatto avuto sulla fauna.
Il quadro conferma la fase d’estinzione, questo è bene sottolinearlo. Gli esperti non erano in errore sotto quest’aspetto, ma non ci si aspettava che nel XXI secolo ci fosse una ripresa. A mettere in pericolo il lupo per secoli sono stati principalmente due fattori. Da una parte la riduzione del bosco e, dunque, delle prede a disposizione, con l’aumento delle aree agricole. Dall’altra, invece, l’aumento della persecuzione esercitata dall’uomo per difendere i propri spazi.
L’evoluzione dei lupi
Analizzando nel dettaglio la ricerca, si evidenzia come l’evoluzione della popolazione dei lupi nelle colline di Pisa sia stata segnata da tre momenti storici cardine. Si parte con la dominazione dei Lorena del Granducato di Toscana, nel 1737. Si prosegue con l’Unità d’Italia nel 1861 e si termina con la Riforma agraria del 1950. Tutto ciò ha trasformato il suo habitat, così come le abitudini della creatura, mettendola a rischio estinzione.
Nel XVII secolo la specie era molto diffusa nel territorio e la caccia era praticata per proteggere il bestiame al pascolo. La deforestazione e la bonifica, dovute all’attività agricola, sono state avviate dai Lorena e proseguite fino all’Unità d’Italia. Tutto ciò ha radicalmente modificato il paesaggio rurale. Il declino dei lupi era dunque inevitabile. Si è così raggiunta una vera e propria estinzione locale durante la Seconda Guerra Mondiale.
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la Riforma agraria ha però sancito un ripristino graduale dell’ambiente naturale. Un limite posto all’espansione umana, che ha portato a una ricolonizzazione del lupo in quasi tutto il territorio collinare. In questo progetto affascinante è stato impegnato il gruppo di ricerca del professore Felicioli. Sono stati sfruttati metodi di rilevazione come fototrappole e analisi genetiche. A ciò si è aggiunta un’analisi approfondita di fonti storiche e archivistiche.
Ecco le parole della dottoressa Francesca Coppola, prima autrice dell’articolo: “La presenza attuale del lupo nelle colline pisane è frutto di una naturale ricolonizzazione da parte di questo predatore avvenuta a seguito di un processo di rinaturalizzazione del territorio che ha permesso un ritorno della fauna selvatica ai livelli pre Ottocenteschi. L’auspicio è di favorire una presa di coscienza sull’importanza dei processi di “restoring” e “rewilding” ambientale e al tempo stesso di frenare “l’irrazionale onda emotiva” che spinge verso l’uccisione del lupo”.