SCIENZA

Maremoti, nuovi sistemi di allerta in Italia: dove si trovano le sentinelle in grado di segnalarli

Maremoti in Italia e altre calamità: si aggiungono due punti di monitoraggio in Puglia e a Venezia per agire più tempestivamente

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Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti: l’estate appena trascorsa, con temperature oltre la media stagionale, è un esempio immediato.

Tra i numerosi eventi estremi pronti a verificarsi da un momento all’altro si aggiungono i maremoti.

Maremoti: una nuova stazione di monitoraggio in Puglia

L’estate del 2024 ha ulteriormente evidenziato l’accelerazione dei cambiamenti climatici, caratterizzati da ondate di calore prolungate e frequenti, accompagnate da eventi meteorologici estremi, come piogge torrenziali, grandinate e trombe d’aria. A questa nuova realtà si aggiunge la storica vulnerabilità dell’Italia agli eventi sismici, concentrati soprattutto lungo l’Appennino, l’arco calabro e le Alpi, come indicato dai dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Uno degli effetti più insidiosi di tali fenomeni è la crescita della frequenza dei maremoti, che richiedono sistemi di allerta tempestivi e affidabili per limitare i rischi associati.

In questo contesto, la prevenzione è diventata fondamentale: sono essenziali sistemi di previsione accurati e reti di monitoraggio in grado di rilevare segnali precoci di possibili disastri naturali. L’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è attivamente impegnato in tale ambito, ampliando e potenziando la rete di monitoraggio dei maremoti per incrementare la sicurezza lungo le coste italiane.

Nel corso della passata primavera, proprio l’ISPRA ha potenziato il Sistema d’allertamento nazionale per i maremoti causati da terremoti (SiAM) con l’installazione di una nuova stazione mareometrica a Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce. Questa stazione è dotata di due sensori piezometrici per la misurazione del livello del mare, integrati da un terzo sensore che opera con un sistema di acquisizione indipendente. Inoltre, una fotocamera si occupa del monitoraggio di Punta Ristola, il punto più meridionale della penisola italiana orientale.

Grazie a questa nuova installazione, ora la rete di controllo dei maremoti si estende anche al Mar Ionio, coprendo una vasta area del Mediterraneo. La rete era già operativa sul Mar Tirreno Centrale e Meridionale e nel Canale di Sicilia, includendo sei stazioni attive dal 2021. Queste sono situate in zone ad alto rischio per la vicinanza a fonti tsunamigeniche potenziali: Portopalo di Capo Passero (Siracusa), Pantelleria e Marettimo (Trapani) in Sicilia, Roccella Jonica (Reggio Calabria), Cetraro (Cosenza) in Calabria e Teulada nel Sud della Sardegna. Con l’aggiunta della stazione di Santa Maria di Leuca, la rete si rafforza, permettendo un monitoraggio più efficiente dei maremoti e una risposta rapida in caso di allerta.

Nuove stazioni di monitoraggio a Venezia

Spostandosi a nord, lungo la costa adriatica, troviamo Venezia, una città fragile e costantemente minacciata dall’innalzamento del livello del mare e dalle maree. La Laguna ha già adottato il sistema MOSE, un complesso di barriere mobili progettato per proteggerla dalle inondazioni. Nel corso degli anni, questo sistema è stato azionato più volte, dimostrando un’efficacia crescente.

Tuttavia, per sostenere il MOSE e migliorare la capacità di risposta agli eventi di acqua alta, l’ISPRA ha in programma l’installazione di nove nuove stazioni di misurazione del livello del mare, delle onde e delle condizioni meteorologiche entro la metà del 2025. Questo progetto, finanziato attraverso il programma Marine Ecosystem Restoration (MER) e i fondi del PNRR, prevede l’impianto di una serie di strumenti avanzati: cinque sensori per la misurazione del livello del mare, sei radar per il monitoraggio delle onde, sei anemometri, tre barometri e dodici sistemi di trasmissione dati via radio UHF.

L’obiettivo finale è integrare la nuova strumentazione all’interno di una rete esistente, costituita da 29 stazioni di misura in tempo reale, attive lungo la costa adriatica tra Trieste, Venezia e il Delta del Po e fondamentale sia per le previsioni a breve termine che per l’analisi statistica a lungo termine.

Le azioni intraprese da ISPRA, sia in Puglia, sia a Venezia, rappresentano passi importanti verso una maggiore sicurezza delle aree costiere italiane. Questi sistemi avanzati di allerta e monitoraggio contribuiscono a prevenire e mitigare i rischi associati a maremoti, maree e altri eventi naturali, garantendo una risposta tempestiva ed efficace. La collaborazione tra ricerca scientifica, tecnologia e infrastrutture di monitoraggio è, quindi, essenziale per proteggere il territorio italiano dalle sfide poste dai cambiamenti climatici e dai fenomeni naturali.

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