SCIENZA

Sono state scoperte 6.674 strutture Maya fino ad ora sconosciute

Il mondo dei Maya riserva ancora incredibili sorprese: migliaia di nuove strutture scoperte smentiscono gli scettici

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Una scoperta che ha del clamoroso, quella relativa al sempre affascinante “mondo Maya”. Questa antica cultura non smette di sorprenderci, evidenziando come ci sia ancora tanto da scavare, scoprire e soprattutto comprendere in merito.

Un team di archeologi è riuscito in un’impresa sorprendente, riportando alla luce più di 6mila strutture Maya. Il tutto grazie all’attenta analisi dei dati lidar. Di seguito spieghiamo tutto nel dettaglio.

Una nuova scoperta

Come detto, sono migliaia le strutture Maya scoperte da un team di archeologi. Un vero e proprio tesoro in precedenza del tutto sconosciuto. Grazie all’analisi di dati lidar si è stati in grado di ottenere risultati a dir poco eccellenti in una zona che, fino a questo momento, era stata di fatto inesplorata. Parliamo del Campeche, in Messico.

Ma cosa è stato riportato alla luce, nello specifico? Tra le tante strutture, ben 6.674 per essere precisi, trovano spazio abitazioni, infrastrutture viarie e addirittura piramidi. Elementi chiave che pongono l’accento su come in questo territorio esistessero degli insediamenti ben diversificati e densi. Non solo, spazio a una vera e propria città, che fino a questo momento era da considerarsi totalmente ignota. Lentamente si proverà a restituirla alla cittadinanza locale, in una porzione di territorio decisamente trafficata, essendo nei pressi di un’autostrada.

Sorprende come siano stati effettuati dei lavori tanto vicini a questo tesoro, senza neanche riuscire a sfiorarlo. Suggerisce l’idea, tutt’altro che bizzarra, che esistano ancora enormi porzioni della civiltà Maya da esplorare. Questa scoperta, è evidente, smentisce totalmente la convinzione che i principali insediamenti di questa civiltà siano già stati rinvenuti. È una seconda età dell’oro per gli archeologi interessati a questa porzione di mondo antico.

Nuove tecnologie

Abbiamo sottolineato quanto la tecnologia lidar sia stata importante, ma in che modo esattamente? Ciò consente di scandagliare accuratamente il territorio, emettendo degli impulsi laser. Questi offrono agli esperti la possibilità di analizzare gigantesche porzioni di territorio, con estrema precisione, senza impiegare decenni. Gli impulsi infatti vanno a caccia di anomalie nel paesaggio.

Sono così stati compiuti passi da gigante, non soltanto nella riscoperta del mondo Maya. In passato, per avere ben chiara la portata di tutto ciò, gli esperti dovevano attraversare intere aree a piedi, ripulendo la vegetazione fitta e pericolosa. Tutto avveniva a vista, con le ovvie limitazioni che ciò comportava. Oggi il lidar permette di agire da remoto, senza dover essere fisicamente sul sito. Ciò rappresenta soltanto la seconda parte, agendo “a colpo sicuro”, per così dire.

L’idea di sfruttare questa tecnologia per esplorare la regione del Campeche è di Luke Auld-Thomas, ricercatore della Northern Arizona University. Esplorando i dati raccolti nel 2013, infatti, ha potuto scandagliare un’area di circa 130 km quadrati. Intendeva studiare il carbonio nelle foreste messicane, ma ha individuato insediamenti e strutture mai documentati prima.

Ha così avuto inizio una collaborazione proficua, a dir poco, con l’Instituto Nacional de Antropologia e Historia del Messico, così come con il National Center for Airborne Laser Mapping della University of Houston. È stato confermato come questa regione sia caratterizzata da una densità urbana incredibile, così come da una grande varietà di insediamenti.

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