SCIENZA

Sui monti italiani l'avvistamento che nessuno si aspettava

Le linci in Italia sono davvero pochissime, ma quelle avvistate nella valle piemontese del Lanzo fanno pensare a una nuova popolazione

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Ci vuole un occhio di lince per scorgere alcuni animali selvatici un po’ sfuggenti e tra questi non manca proprio il felino del famoso modo di dire che ricorda tanto un gatto di grandi dimensioni. Si tratta di esemplari che fanno pensare immediatamente a tanti paesi, ma non certo l’Italia e invece proprio di recente le linci sono tornate a popolare alcune vette del nostro paese.

Nel dettaglio, ci sono stati tre diversi avvistamenti, tra l’altro ripetuti, sulle montagne della Valle del Lanzo. La zona è quella delle Alpi Graie del Piemonte, per la precisione tra la Val di Susa e la Valle dell’Orco. Era da tantissimo tempo che i felini in questione non venivano notati entro i confini italiani, ma secondo gli esperti c’è una spiegazione ben precisa.

Le linci piemontesi sarebbero arrivate dalla vicina Francia e non sono nemmeno l’unico animale raro della valle di cui si sta parlando. Il divieto di caccia è ovviamente assoluto, inoltre la notizia è stata resa pubblica a distanza di tempo per evitare che qualche malintenzionato potesse fare del male ai felini. C’è da dire che la scoperta è più che positiva, visto che si tentava da tempo di immettere nuovamente la specie in Italia, anche se ogni esperimento è fallito miseramente. In particolare, si è cercato di reintrodurre le linci nel Parco del Gran Paradiso.

Pochissime presenze europee

Il rischio estinzione delle linci è davvero elevato, come sottolineato più volte da animalisti e ambientalisti. Ormai si riesce a far “riapparire” animali scomparsi per sempre come accaduto nel caso della tigre della Tasmania, ma non sempre si può rimediare in questa maniera. Gli esemplari sarebbero attualmente meno di venti, soprattutto nelle Alpi. La specie europea è stata perseguita fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso e al giorno d’oggi ci si deve “accontentare” di poche presenze in paesi come la Svizzera e la Slovenia. La diffusione in Italia negli ultimi anni può comunque essere considerata incoraggiante.

Le altre zone di diffusione

Le linci nostrane si trovano soprattutto in Veneto, nella parte orientale del Trentino Alto Adige e anche nei pressi di Tarvisio (in provincia di Udine). Qualche arrivo sporadico si è registrato, poi, in Valle d’Aosta, Lombardia e appunto Piemonte come testimoniato da quanto successo nella Valle del Lanzo. Non mancano neanche le immissioni non autorizzate che hanno avuto come conseguenza una minima diffusione in Abruzzo. Ma come si fa a riconoscere un esemplare del genere? I punti in comune con i gatti, visto che sono entrambi felini, sono diversi anche se servono delle precisazioni.

Il peso dei maschi è solitamente di 45 chilogrammi, mentre le femmine si fermano a 35. L’altezza si aggira sui 60 centimetri, senza dimenticare le peculiarità fisiche. Nello specifico, le linci sono in grado di sfruttare un udito molto fine per cacciare le prede e non disdegnano animali molto più grandi per quel che riguarda le dimensioni. I “pasti” tipici della specie consistono in caprioli, camosci e lepri, oltre ai pesci che popolano i fiumi. Soltanto in caso di minaccia, infine, possono sentirsi costretti ad attaccare gli animali domestici, mentre per l’uomo non sono mai un pericolo.

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