SCIENZA

Nello spazio ci sono due grandi "occhi" luminosi: cosa sappiamo

Si tratta di due oggetti celesti e con una storia molto travagliata e misteriosa, fatta di fusioni, squarci e materiale "sparato" a distanze molto lontane

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Fonte: ESO

Lo spazio è un serbatoio illimitato di immagini sensazionali, strane e molto belle, che riusciamo a vedere grazie al lavoro dei telescopi, quelli spaziali e quelli terrestri. Prima di James Webb c’era Hubble, e da terra ha sempre lavorato – e continua a farlo – un telescopio dal nome simpatico e decisamente esplicativo: si trova in Cile, è dell’Osservatorio Europeo Australe (in inglese European Southern Observatory, ESO), e si chiama Telescopio Molto Grande, o Very Large Telescope (VLT).

Ecco, questo fantastico strumento ha immortalato due occhi che ci osservano dallo spazio.

Gli occhi dello spazio

Sembrano proprio due iridi, vicine tra di loro e in posizione diagonale. Ma ovviamente non sono occhi: sono invece una coppia di galassie, che però vengono proprio soprannominate The Eyes. Siamo nella costellazione della Vergine, a 50 milioni di anni luce dalla Terra: tra le due, invece, ci sono “solo” 100mila anni luce – bruscolini, in termini astronomici.

Sembrano due gemelle, ma in realtà sono molto diverse tra loro, soprattutto nelle loro parti periferiche: quella in basso a destra si chiama NGC 4435, è molto compatta e a un occhio inesperto sembra priva di gas e polveri. Al contrario quella di sinistra, NGC 4438, ha una fascia di polvere scura proprio sotto il nucleo, e ha parti gassose che si espandono anche molto lontane.

Questo perché anche le loro storie sono molto diverse, e quella di NGC 4438 è particolarmente travagliata: milioni di anni fa aveva la forma di una spirale, ma è entrata in collisione con altre galassie che l’hanno deformata e ne hanno strappato il materiale, “sparandolo” a distanza. Una cosa che, spiega l’ESO, probabilmente succederà anche alla Via Lattea quando si scontrerà con la nostra vicina Andromeda.

Collisioni tra galassie

Ma la responsabile di questi eventi così traumatici potrebbe essere proprio NGC 4435, la vicina della ex galassia a spirale. Le due potrebbero essersi infatti avvicinate troppo: gli astronomi che lavorano con il Very Large Telescope stimano che 100 milioni di anni fa le due galassie siano arrivate fino a soli 16mila anni luce di distanza l’una dall’altra – millimetri, se volessimo usare il termine di paragone del nostro pianeta.

Entrambe le galassie sono state danneggiate: NGC 4435, che era la galassia più piccola delle due, ha perso molto materiale e ha ulteriormente ridotto le sue dimensioni. NGC 4438 invece si è completamente squarciata, e il materiale che la componeva è stato “sparato” anche molto lontano.

Ma c’è un’altra ipotesi, che scagiona NGC 4435. La responsabile di questo evento estremo potrebbe essere una galassia molto più grande, un vero gigante spaziale, che si chiama Messier 86, ha una forma ellittica e si trova poco lontano. Ci sono delle osservazioni recenti che hanno scovato fili di idrogeno ionizzato che la collegano a NGC 4438: potrebbero essere indizi di uno scontro, avvenuto milioni e milioni di anni fa.

O addirittura, ipotesi numero tre: che ci sia stato uno scontro sia con Messier 86 che tra le due galassie che compongono The Eyes. In fin dei conti quella è una regione di cielo molto affollata, e in milioni di anni potrebbe essere successo di tutto. Le fusioni tra galassie sono comunque eventi terribili ma bellissimi, che Hubble è riuscito a fotografare.

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