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SCIENZA

C'è un occhio cosmico gigante nello Spazio che sembra spiarci

Un'immagine spettacolare, quella fornita dal telescopio spaziale Hubble: guardando al passato remoto del nostro universo, infatti, ha individuato un "occhio cosmico"

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Occhio cosmico Fonte foto: ESA/Hubble & NASA, D. Thilker

Il telescopio spaziale Hubble continua a offrire al mondo scientifico elementi preziosissimi. Costantemente ci ritroviamo a leggere di ricerche basate sulle operazioni condotte grazie a questo strumento cruciale. L’ultimo caso segnalato dalla Nasa è l’aver immortalato la galassia Ngc 2566, posta nella costellazione Puppis. Un’immagine che ha profondamente stupito gli osservatori.

Occhio cosmico

Le immagini spaziali ottenute hanno generalmente una doppia valenza. Da una parte occorrono a ottenere risposte a domande annose. Dall’altra, invece, è possibile anche soltanto ammirarle, come opere affisse in un museo.

Nel caso di Ngc 2566, parliamo di una galassia sita a oltre 76 milioni di anni luce dalla Terra. È nella costellazione Puppis, come detto, e il suo aspetto ricorda un “occhio cosmico”. La sua particolare struttura è infatti composta da un ampio disco al centro e da bracci a spirale. Impossibile distogliere lo sguardo, perdendosi nei tanti dettagli di quello che sembra un occhio umano nel cuore dello spazio aperto.

Osservando queste immagini garantite da Hubble, stiamo guardando al passato, dal momento che la luce ammirata ha lasciato quella galassia 76 milioni di anni fa. Di fatto, oggi abbiamo una finestra spalancata su una fase remota del nostro universo.

L’importanza di Hubble

Il telescopio spaziale Hubble è di cruciale importanza, come ricordato spesso dagli scienziati della Nasa. Le immagini raccolte grazie a questo avanzato strumento sono infatti fondamentali per l’analisi dei cluster stellari ben distanti da noi, così come delle regioni di formazione stellare.

Questo insieme di dati consente agli astronomi di misurare l’età delle stelle di Ngc 2566, ad esempio. Al tempo stesso, inoltre, si può tracciare quella che è la storia della formazione stellare di questa galassia.

“Hubble è particolarmente sensibile alle lunghezze d’onda visibili e ultraviolette. – spiega la Nasa –. Questo lo rende perfetto per lo studio di stelle di appena qualche milione di anni, dunque giovani. La loro luce infatti fornisce informazioni molto importanti sull’evoluzione delle galassie e l’interazione tra nuove stelle e nubi di gas”.

Hubble è stato lanciato nel 1990 e da allora ha catturato centinaia di migliaia di galassie. Orbita a circa 515 km sopra la superficie del nostro pianeta e, nonostante i suoi anni si facciano sentire, è ancora in funzione grazie a svariate missioni di manutenzione.

A dimostrare la sua rilevanza c’è il fatto che l’arrivo nel 2011 del più potente telescopio James Webb non ha portato alla sostituzione del suo predecessore. Anzi, lavorano entrambi e contribuiscono ad arricchire il panorama delle osservazioni spaziali. Anche Hubble, però, dovrà andare in pensione. Allo stato attuale si prevede che ciò avverrà negli anni 2030.

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