SCIENZA

Nuovo ritrovamento incredibile: la Valle di Agrigento torna a stupire

L'immenso patrimonio archeologico della Valle dei Templi di Agrigento ora si arricchisce: grazie alla tecnologia, sono stati trovati i resti di un antichissimo muro.

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Sempre più spesso, la tecnologia sostituisce le normali operazioni di scavo presso i grandi siti archeologici di tutto il mondo, per cercare nuovi reperti ancora nascosti sottoterra senza impattare in maniera invasiva (e talvolta dannosa) sull’area circostante. È proprio quello che è accaduto presso la Valle dei Templi di Agrigento, dove le analisi geofisiche hanno permesso di trovare i preziosissimi resti di un antico muro.

La scoperta presso la Valle dei Templi

A due passi dalla città siciliana di Agrigento, sorge uno dei parchi archeologici più famosi e suggestivi d’Italia: si tratta della Valle dei Templi, che custodisce i resti della città ellenica di Akragas. Visitata ogni anno da milioni di turisti, è una meta imperdibile per scoprire il lato più antico della Sicilia. Sebbene gran parte del suo prezioso patrimonio è già stato scoperto, gli archeologi sanno bene che ci sono ancora sorprese celate sottoterra. Come individuarle? Gli esperti si sono affidati ad un nuovo tipo di indagine tecnologica, per evitare di scavare “alla cieca”.

È così che hanno trovato i resti di un antico muro, composto di grossi blocchi realizzati con pietra calcarea locale. Secondo le prime analisi, sarebbe appartenuto ad un edificio risalente all’epoca ellenistica, o forse addirittura a quella classica. La scoperta è avvenuta in una zona a nord della Plateia I-L, finora inesplorata e potenzialmente ricca di reperti archeologici nascosti: la struttura riemersa, essendo collocata nei pressi dell’ingresso del santuario degli “altari circolari”, avrebbe un ruolo nella topografia religiosa dell’antica città ellenica.

Le indagini geofisiche

L’idea che la terra nascondesse ancora preziosi reperti mai individuati prima ha spinto l’Università di Catania a collaborare con quella di Bordeaux-Montaigne per dare il via ad analisi geofisiche sul territorio nei pressi della Valle dei Templi. Nel 2022, la ricercatrice francese Émilie Cayre ha intrapreso uno studio sul fenomeno delle processioni nell’antichità che l’ha portata a prendere in considerazione proprio il sito archeologico siciliano, per il suo santuario delle divinità ctonie. Come scoprire se nell’area a nord della Plateia I-L si celavano davvero (come da tempo supposto dagli esperti) dei nuovi reperti?

Il team di archeologi al lavoro su questa zona ha scelto di utilizzare delle indagini geofisiche: in questo caso, hanno dapprima eseguito una prospezione elettromagnetometrica dell’intera area, quindi hanno realizzato delle indagini geolettriche multielettriche 2D, per evidenziare al meglio i dettagli del precedente risultato. In questo modo, gli scienziati sono riusciti ad individuare i resti del muro nascosti sottoterra, trovando il punto esatto in cui scavare. E in effetti, le indagini sono state precise: finalmente è riemerso un nuovo, preziosissimo tassello dell’antica città di Akragas.

“Lo scavo è un’operazione lunga, complessa e costosa, che modifica in modo permanente il sottosuolo dopo la sua realizzazione. Pertanto le indagini di geofisica applicata, che consentono di raccogliere informazioni a priori in modo assolutamente non invasivo sulle aree da scavare, si rivelano una risorsa preziosissima per l’archeologo” – ha spiegato il prof. Sebastiano Imposa. Non è la prima volta che la tecnologia viene in aiuto dell’archeologia: di recente, l’utilizzo della radiografia muonica ha permesso agli esperti di verificare cosa fosse quello spazio vuoto che si nascondeva dietro l’entrata principale della celebre Piramide di Giza – si è rivelato essere nientemeno che un tunnel segreto, il quale potrebbe condurre alla stanza dove è custodita da millenni la tomba del Faraone Cheope.

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