SCIENZA

Perché è pericoloso scrivere solo "grazie" nelle mail

Per ridimensionare l'impatto delle mail che si inviano tutti i giorni bisogna adottare alcuni semplici accorgimenti in grado di fare la differenza

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La sensibilità ambientale è aumentata nel corso degli anni e ormai ogni comportamento viene gestito in modo da avere il minor impatto possibile. Gli sforzi di tutti sono innegabili, anche se spesso non si pensa al fatto che anche un semplice gesto, come l’invio di una mail, possa provocare tanto inquinamento. Sembra incredibile, ma è tutto vero.

Se si considera che persino la foresta pluviale è ormai contaminata, allora si intuisce bene la portata del problema, tanto da avere l’idea di come un’azione quotidiana e apparentemente innocua sia veramente dannosa per l’ambiente. Qual è, di preciso, l’impronta ecologica di un messaggio di posta elettronica in un singolo giorno? Non serve inchiostro o carta come in una lettera “tradizionale”, però bisogna fare i conti con altri aspetti.

Il normale invio di una mail richiede poco meno del 2% di energia rispetto al formato cartaceo, eppure uno studio pubblicato nel 2010 da Mike Bernenrs-Lee ha evidenziato come un semplicissimo testo tramite posta elettronica produca 4 grammi di anidride carbonica. I grammi diventano invece 50 se si aggiungono gli allegati, pensanti o meno. Bastano dei semplici numeri per rendersi conto del fenomeno. Inviare 65 mail equivale alla guida di un’auto per diversi chilometri, dunque non proprio il miglior rispetto che ci si attenderebbe per l’ambiente. C’è anche un dettaglio di cui non si tiene in debito conto.

Tantissima anidride carbonica

Ogni giorno vengono spedite mail inutili o magari sbagliate, soltanto nel Regno Unito sono circa 64 milioni. Con l’aggettivo “inutile” si identificano i messaggi brevi come “grazie” oppure un banalissimo “ok”. Questi messaggi contribuiscono a emettere ogni anno la bellezza di oltre 23mila tonnellate di anidride carbonica, un vero e proprio spreco di cui però non si sente parlare praticamente mai. A questo punto sorge spontanea una domanda: perché così tanta Co2 con un invio che non sembra presentare alcun problema ambientale? L’ostacolo principale è rappresentato dal fatto che i messaggi di posta elettronica si spostano da un server all’altro.

Inquinamento “gratuito”

Questo rimbalzo continuo non fa altro che provocare un consumo di energia elettrica, necessaria per l’alimentazione dei server, oltre che per i sistemi di raffreddamento. A seconda dei megabyte totali dei dati inviati, poi, l’energia che si spreca tende a crescere. Fortunatamente ci sono degli accorgimenti che possono impedire questo inquinamento “gratuito”. Non sono poche le aziende che si stanno impegnando nella ricerca di soluzioni alternative, ma la riduzione dell’impronta ecologica legata alle mail non può che partire dai singoli cittadini. Il primo passo è quello di puntare su messaggi non troppo pesanti, soprattutto in termini di allegato.

Questi contenuti, infatti, dovrebbero essere compressi per ridimensionare i megabyte. Allo stesso tempo, le mail superflue andrebbero evitate a tutti i costi, cercando di condensarne in una soltanto, l’argomento che si vuole trattare. Non è affatto impegnativo, ma può fare la differenza per quel che riguarda la salvaguardia del pianeta. Con l’estate che si avvicina, tra l’altro, torna utile lo smaltimento dei messaggi di posta elettronica per gestire le ferie nel modo giusto e privilegiare solamente quelle di cui non c’è davvero bisogno. Sono tutti consigli preziosi per non dare credito a chi ha definito le mail come il “flagello dell’età moderna”.

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