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Prime Video condiviso è illegale? Cosa può succedere

Dopo lo stop alla condivisione degli account su Netflix, come reagirà Amazon Prime Video? Al momento il colosso dello streaming prende la palla al balzo, ma in futuro potrebbe cambiare idea

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A partire dal 24 maggio Netflix non consente più ai suoi utenti di condividere il proprio abbonamento con altre persone e, da quel giorno, tutti temono che anche le altre piattaforme di streaming facciano la stessa mossa. Soprattutto Amazon Prime Video, che è la più diffusa dopo Netflix, anche in Italia. Ma proprio dall’Italia, e dal Regno Unito, arriva un indizio che farebbe ben sperare sul fatto che Prime Video non limiterà le condivisioni. Almeno non nel breve periodo.

Tutti Quelli Che mi Hanno Rubato La password

L’indizio in questione arriva da Twitter, dove lo zelante social media manager italiano di Prime Video ha preso la palla al balzo e, mentre tutti parlavano dello stop a Netflix condiviso, ha pubblicato uno screenshot satirico e molto indicativo. Lo screenshot mostra la grafica della scheda dei profili di Prime Video, con sei profili dal nome assai ben studiato:

  • Tutti
  • Quelli
  • Che mi
  • Hanno
  • Rubato
  • La password

Questo tweet è del 24 maggio, ma il 25 maggio ne è arrivato un altro “di rinforzo“, questa volta dall’account Prime Video UK. Stessa grafica, stessa idea di fondo, ma nomi diversi per i profili:

  • Everyone
  • Who
  • Has
  • Our
  • Password
  • ❤️

Il messaggio sottostante questi due tweet è molto chiaro: mentre Netflix blocca la condivisione dell’account Prime Video permette ancora, e permetterà in futuro, di usare fino a 6 profili senza controllare da dove vengono usati.

Al momento, con un solo abbonamento, è possibile creare fino a 6 profili Prime Video e vedere i contenuti da 3 dispositivi contemporaneamente a prescindere dalla localizzazione di questi dispositivi. Su Prime Video, quindi, oggi non c’è nulla che equivalga al nuovo “nucleo domestico” di Netflix.

Prime Video condiviso è legale?

A questo punto verrebbe da credere che Prime Video condiviso sia del tutto legale, al 100%, ma non è esattamente così. Prime Video, infatti, fa parte dell’abbonamento Amazon Prime che ha dei termini di servizio molto chiari in merito al “Divieto di trasferimento o cessione dell’iscrizione o dei vantaggi“:

L’iscrizione ad Amazon Prime e i vantaggi conferiti da tale iscrizione, inclusi codici promozionali utilizzabili per l’iscrizione ad Amazon Prime o per usufruire dei relativi benefici, non possono essere trasferiti né ceduti a terzi, salvo il caso in cui ciò sia espressamente consentito nelle presenti Condizioni Generali o nelle condizioni dei programmi che trovano applicazione.

Nessun riferimento specifico a Prime Video, ma solo un generico “divieto di trasferimento dei vantaggi“. Ma Prime Video è, di fatto, un vantaggio derivante dall’iscrizione ad Amazon Prime e, di conseguenza, se Amazon volesse stringere sulle condivisioni potrebbe farlo già oggi e senza cambiare i suoi termini di servizio.

L’esempio di Netflix

La stessa Netflix, d’altronde, ha fatto esattamente così: per anni ha tollerato e, anzi, persino stimolato la condivisione delle password creando una generazione di utenti/clienti affezionati al servizio, ai quali su Twitter diceva apertamente che “L’amore è condividere una password“.

Poi, gradualmente, l’aria è cambiata e con il crescere dei costi per Netflix ha iniziato a circolare l’ipotesi di uno stop alla condivisione. Ipotesi che ha tenuto banco per circa un anno, fino a quando è diventata realtà nei giorni scorsi.

Amazon potrebbe fare diversamente, oppure nello stesso modo. Quel che è certo, però, è che il tweet condiviso dagli account di Prime Video Italia e Prime Video UK non è stato pubblicato da altri account ufficiali né in Europa né altrove. In particolare non è stato pubblicato da Prime Video USA, l’account social della casa madre.

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